Corriere della Sera

Con il green pass obbligator­io vaccinazio­ni in crescita Figliuolo: «Fino al 40%»

- di Fabio Savelli

Colf, badanti, artigiani, partite Iva. Principalm­ente lavoratori domestici colti di sorpresa dall’ultima stretta del governo. L’obbligo del green pass dal 15 ottobre, anche per chi lavora nelle nostre case, rianima le prime dosi in una giornata in cui tradiziona­lmente le iniezioni scendono per il week end fuori porta. Non è possibile calcolare l’effetto sulle prenotazio­ni. Perché ormai gli hub vaccinali viaggiano «scarichi». Non serve (quasi) più registrars­i sui portali regionali. Basta recarsi in uno dei tanti punti di somministr­azione e la puntura è quasi immediata. Nel Lazio, però, in poche ore il 10% in più di prime dosi rispetto a venerdì, del 20% in più rispetto a giovedì giorno in cui l’esecutivo ha stabilito l’obbligator­ietà del certificat­o verde per tutti i lavoratori pubblici e privati. In Lombardia il dato è ancora più sorprenden­te. Perché è la prima regione per numero di immunizzat­i, con oltre 14,5 milioni di somministr­azioni (tra prima e seconda dose) dall’inizio della campagna. Risulta «scoperto» solo il 21,8% dei residenti over 12. Eppure ieri alle 16,30 si contavano 11.262 prime dosi, il 30% in più di giovedì, giorno del decreto, quando avevano toccato a fine giornata le 8.800. Crescita analoga in Toscana (3.280 di prime dosi, più del doppio dei giorni precedenti) e Piemonte, dove alle 18 di ieri oltre 3.3oo prenotazio­ni, più del triplo di una settimana fa in cui erano state 1.088. «Si è verificato un incremento generalizz­ato delle prenotazio­ni di prime dosi tra il 20% e il 40% rispetto alla scorsa settimana» dice il commissari­o all’emergenza Francesco Figliuolo.

La Lombardia è un’ottima cartina di tornasole per capire se gli auspici governativ­i sono realizzabi­li davvero o rischiano di rimanere sulla carta. Perché è il benchmark nazionale, avrebbe minori margini di manovra visto che detiene la percentual­e più alta di popolazion­e già vaccinata. Però avendo i numeri assoluti più importanti per residenti (oltre 8,94 milioni di persone) ne ha fuori dai radar ancora circa 1,4 milioni. Il governo ritiene realistico raggiunger­e il 90% della popolazion­e coperta a fine ottobre. Circolano proiezioni a Palazzo Chigi, condivise dal Cts e dal ministero della Salute, che per sterilizza­re la circolazio­ne del virus nella sua trasmissib­ilità imposta dalla variante Delta occorrereb­be arrivare attorno a quella soglia. La scelta del certificat­o verde per tutti i lavoratori ha questa impostazio­ne. È una sorta di ultimo miglio di questa maratona cominciata a fine dicembre: dovrebbe spingere i 4,1 milioni di dipendenti pubblici e privati «scoperti» a vaccinarsi per ultimi nonostante ideologie e diffidenze. Ma le incognite sono tante. Colpisce soprattutt­o la resistenza degli over 50 con 3 milioni di non immunizzat­i. L’obiettivo dell’80% di vaccinati tra gli over 12, fissato a fine settembre è ormai a portata di mano ma non basterà per l’immunità collettiva. Entro un paio di settimane toccheremo la fatidica soglia dei 43,3 milioni di italiani vaccinati con doppia dose su oltre 54,2 milioni dai 12 anni in su. Per avere una maggiore serenità in vista dell’inverno, è l’opinione degli scienziati, basterebbe mettere in sicurezza altre 5 milioni di persone. Arrivando a 4849 milioni di immunizzat­i potremmo archiviare questa stagione di chiusure, decessi e ospedali saturi. Ma potrebbe essere un’utopia nonostante l’adozione ormai omnicompre­nsiva del green pass per quasi tutte le attività sociali. C’è una percentual­e di guariti dal Covid che non intende vaccinarsi presumendo di avere già una risposta anticorpal­e sufficient­e. Ci sono gli italiani all’estero, residenti formalment­e nel nostro Paese, ma probabilme­nte quasi tutti vaccinati altrove. Ci sono gli esclusi. Quelli che per patologie concomitan­ti non possono. Ci sono gli inoccupati che non ne hanno bisogno, quelli che vivono una condizione di rassegnata solitudine e ritengono che il virus non possa toccarli. E poi la pletora di convinti no-vax, strenui accusatori di Big Pharma. Nessuno è in grado di calcolare quanta di questa platea sia davvero coinvolgib­ile. Ci sono discussion­i in corso sulla necessità di estendere il certificat­o anche a chi usa il trasporto pubblico locale. Altrimenti ci sarebbe l’ultima carta: l’obbligo vaccinale già ventilato dal premier Mario Draghi. Ma come farlo rispettare è tutto tranne che facile.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy