Referendum sulla cannabis, soglia raggiunta (in 7 giorni)
Raccolte online le 500 mila firme necessarie. Orfini: il Pd dica sì. Alt del centrodestra
Il referendum per legalizzare la produzione di cannabis per uso personale, a meno di sorprese, si farà. In meno di una settimana sono state raccolte le 500 mila firme necessarie, ma è già polemica con il Pd ancora in posizione di attesa e la Lega già contraria. Il comitato promotore ha annunciato che in una sola settimana è stata raggiunta la soglia di adesioni prevista dalla legge, «adesso però serve un ulteriore 15% per essere certi di poter consegnare il referendum in Cassazione il 30 settembre». Il traguardo è stato reso possibile dalle nuove norme che permettono di aderire con la firma digitale, procedura che richiede pochi secondi, semplificando così la raccolta, tanto che Matteo Renzi, leader di Italia viva, pur riconoscendo l’importanza della partecipazione, ha sottolineato i possibili effetti negativi, perché «non deve passare il principio del referendum sul green pass ad esempio o che tutto passi fuori dal Parlamento».
Il quesito referendario, promosso dall’associazione Luca Coscioni, dai Radicali, da +Europa, da diversi partiti della
Cappato (Associazione Coscioni): ora si affronti il tema delle droghe senza ideologia
sinistra e da numerose altre associazioni, propone la depenalizzazione e l’eliminazione delle sanzioni amministrative per chi coltiva cannabis e sostanze simili per uso personale. Verrebbe così meno anche la sospensione della patente prevista per chi produce cannabis, anche se resterebbe per chi si mette alla guida dopo averla assunta (la sanzione infatti è prevista dal Codice della strada che non è toccato dal referendum, che invece interviene esclusivamente sul Testo unico sulle sostanze stupefacenti, Dpr 309 del 1990). Se il quesito sarà ritenuto ammissibile dalla Corte costituzionale, il referendum si potrebbe tenere nella prossima primavera.
«Le 500 mila firme sono una spinta significativa per abbandonare politiche che arricchiscono le mafie, intasano i tribunali e tolgono energie alle forze dell’ordine. È l’occasione per affrontare il tema delle droghe, della sicurezza e della salute con ragionevolezza e attenzione ai fatti e alla scienza, deponendo le armi dell’ideologia e della violenza di Stato» ha commentato Marco Cappato, componente del comitato promotore. Il Pd resta su una posizione attendista: «L’iniziativa è di altri, rifletteremo» ha dichiarato Enrico Letta due giorni fa al Corriere, mentre Matteo Orfini, dopo aver comunicato la propria adesione individuale, ha auspicato «l’appoggio del Partito democratico». Matteo Salvini, leader della Lega, si è detto invece contrario: «Rispetto la democrazia e qualunque proposta, io non firmo e non firmerei perché per me la droga è sempre morte e sempre una sconfitta». Elio Vito, deputato di Forza Italia che ha aderito alla campagna attirando molte critiche da esponenti del suo partito, ha parlato di «risultato straordinario», mentre per Maurizio Gasparri, senatore azzurro, «non saranno 500mila firme a fermare la nostra battaglia per la vita e contro la droga libera, la stragrande maggioranza degli italiani conosce bene i rischi che si corrono».