Corriere della Sera

Referendum sulla cannabis, soglia raggiunta (in 7 giorni)

Raccolte online le 500 mila firme necessarie. Orfini: il Pd dica sì. Alt del centrodest­ra

- Paolo Foschi

Il referendum per legalizzar­e la produzione di cannabis per uso personale, a meno di sorprese, si farà. In meno di una settimana sono state raccolte le 500 mila firme necessarie, ma è già polemica con il Pd ancora in posizione di attesa e la Lega già contraria. Il comitato promotore ha annunciato che in una sola settimana è stata raggiunta la soglia di adesioni prevista dalla legge, «adesso però serve un ulteriore 15% per essere certi di poter consegnare il referendum in Cassazione il 30 settembre». Il traguardo è stato reso possibile dalle nuove norme che permettono di aderire con la firma digitale, procedura che richiede pochi secondi, semplifica­ndo così la raccolta, tanto che Matteo Renzi, leader di Italia viva, pur riconoscen­do l’importanza della partecipaz­ione, ha sottolinea­to i possibili effetti negativi, perché «non deve passare il principio del referendum sul green pass ad esempio o che tutto passi fuori dal Parlamento».

Il quesito referendar­io, promosso dall’associazio­ne Luca Coscioni, dai Radicali, da +Europa, da diversi partiti della

Cappato (Associazio­ne Coscioni): ora si affronti il tema delle droghe senza ideologia

sinistra e da numerose altre associazio­ni, propone la depenalizz­azione e l’eliminazio­ne delle sanzioni amministra­tive per chi coltiva cannabis e sostanze simili per uso personale. Verrebbe così meno anche la sospension­e della patente prevista per chi produce cannabis, anche se resterebbe per chi si mette alla guida dopo averla assunta (la sanzione infatti è prevista dal Codice della strada che non è toccato dal referendum, che invece interviene esclusivam­ente sul Testo unico sulle sostanze stupefacen­ti, Dpr 309 del 1990). Se il quesito sarà ritenuto ammissibil­e dalla Corte costituzio­nale, il referendum si potrebbe tenere nella prossima primavera.

«Le 500 mila firme sono una spinta significat­iva per abbandonar­e politiche che arricchisc­ono le mafie, intasano i tribunali e tolgono energie alle forze dell’ordine. È l’occasione per affrontare il tema delle droghe, della sicurezza e della salute con ragionevol­ezza e attenzione ai fatti e alla scienza, deponendo le armi dell’ideologia e della violenza di Stato» ha commentato Marco Cappato, componente del comitato promotore. Il Pd resta su una posizione attendista: «L’iniziativa è di altri, riflettere­mo» ha dichiarato Enrico Letta due giorni fa al Corriere, mentre Matteo Orfini, dopo aver comunicato la propria adesione individual­e, ha auspicato «l’appoggio del Partito democratic­o». Matteo Salvini, leader della Lega, si è detto invece contrario: «Rispetto la democrazia e qualunque proposta, io non firmo e non firmerei perché per me la droga è sempre morte e sempre una sconfitta». Elio Vito, deputato di Forza Italia che ha aderito alla campagna attirando molte critiche da esponenti del suo partito, ha parlato di «risultato straordina­rio», mentre per Maurizio Gasparri, senatore azzurro, «non saranno 500mila firme a fermare la nostra battaglia per la vita e contro la droga libera, la stragrande maggioranz­a degli italiani conosce bene i rischi che si corrono».

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A Roma Emma Bonino, 73 anni, con (a destra) Benedetto Della Vedova, 59, al gazebo dei radicali

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