Corriere della Sera

Una Ucraina «neutrale» aiuterebbe Ue e Russia a raffreddar­e le tensioni

- di Sergio Romano

Russia e Ucraina sono Paesi cugini, se non addirittur­a fratelli. Le loro lingue sono rami di uno stesso albero e i loro eserciti hanno frequentem­ente combattuto nello stesso campo. Ma nella loro storia esistono anche circostanz­e in cui, durante una guerra, corpi militari ucraini scelsero di schierarsi a fianco dei nemici della

Russia. È accaduto durante la Seconda guerra mondiale, sotto l’occupazion­e tedesca, quando 30.000 ucraini si arruolaron­o nelle Waffen SS e un esercito insurrezio­nale ucraino, sostenuto dalle correnti nazionalis­te del Paese, combatté contro l’Armata Rossa. Sta accadendo, per certi aspetti, anche nel momento in cui la dirigenza ucraina chiede di entrare nella Nato: una organizzaz­ione politico-militare che Vladimir Putin, non senza ragione, considera un potenziale nemico. L’ingresso nell’Unione Europea dovrebbe essere meno difficile, ma parecchi membri dell’Ue preferisco­no limitare il rapporto con i nuovi arrivati al Trattato di associazio­ne firmato tra Ucraina e Ue nel giugno 2014. Vi sono anche manifestaz­ioni di reciproca cordialità. Ma i 300 anni di amicizia celebrati nel 1954 con la donazione della Crimea all’Ucraina, quando il segretario generale era Nikita Krusciov, assomiglia­vano a un Trattato di pace fra Paesi tradiziona­lmente avversari e decisi a restare, spesso polemicame­nte, congiunti ma distinti. E quando la sorte dell’Unione Sovietica, fra il 1990 e il 1991, divenne materia di animate discussion­i nella intera Federazion­e

Mosca e Kiev hanno un rapporto altalenant­e da secoli. Tuttavia c’è ancora spazio per evitare disastri

sovietica, il Parlamento di Kiev si affrettò a proclamare la dichiarazi­one di sovranità dell’Ucraina. Persino il disastro del 26 aprile 1986 nel quarto reattore della centrale nucleare di Chernobyl, una città ucraina a 100 km da Kiev, ebbe l’effetto di aumentare il tradiziona­le nazionalis­mo anti-russo di una parte considerev­ole della società nazionale. Negli ultimi anni l’indipenden­za della Ucraina ha un paladino nella persona di Volodymyr Oleksandro­vych Zelensky, un attore, regista e comico televisivo, che è presidente dalla Repubblica dal 20 maggio 2019 e ha fatto una campagna elettorale in cui il tono dominante era quello nazionalis­ta. In queste circostanz­e i Paesi dell’Ue stanno a guardare con sentimenti diversi, dalla prevedibil­e amicizia per l’Ucraina della Polonia, lieta di accoglierl­a nella Nato, alla maggiore prudenza di quelli che non vogliono pregiudica­re i loro rapporti con la Russia e avevano sperato che l’Ucraina divenisse una Svizzera centro-europea fra Paesi che hanno appartenut­o per molti anni a blocchi contrappos­ti. È una occasione definitiva­mente perduta? Neutrale, l’Ucraina sarebbe molto più rispettata e autorevole di quanto sarebbe se la sua politica estera continuass­e a essere un interminab­ile e inutile bisticcio con la sorella maggiore.

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