Corriere della Sera

Ergastolo a Durst, killer miliardari­o che confessò in una serie tv

Accusato dell’omicidio della moglie e di un’amica, ha negato per 40 anni

- Massimo Gaggi

Alla fine, a 40 anni dalla scomparsa della prima moglie, probabilme­nte uccisa da lui, a 20 dalla morte di Susan Berman, sua amica e forse complice nel primo delitto, e dall’uccisione (ammessa ma giustifica­ta con la legittima difesa) di un vagabondo, Morris Black, che era diventato suo amico, il miliardari­o Robert Durst è stato riconosciu­to colpevole di omicidio di primo grado della Berman da un tribunale di Los Angeles. Un rocamboles­co processo concluso dall’appello disperato del difensore alla giuria: «Durst è odioso e bugiardo, ma non è un assassino». Fine di un caso che sembra uscito dalla penna di un romanziere noir, talmente avvincente da spingere la rete a produrre un documentar­io,

Kathie McKormack, giovane e avvenente moglie di Durst, sparisce il 31 gennaio del 1982 e non verrà mai più ritrovata (dichiarata morta solo nel 2017). Fin dall’inizio famiglia di lei accusa Durst: si erano sposati nel 1973, ma il matrimonio era da tempo in crisi. Però non ci sono prove. Durst affida a Susan Berman, una giornalist­a figlia di un boss della Mafia di Las Vegas, i suoi rapporti con la stampa. Col tempo lei diventa amica e confidente del miliardari­o. Per qualche anno va a vivere a New York, poi torna a Los Angeles, ma il rapporto continua. Fino alla vigilia di Natale del 2000 quando Susan viene trovata morta in una pozza di sangue nella sua villa di Beverly Hills. La polizia arriva allertata da un biglietto nel quale una mano anonima aveva scritto l’indirizzo della Berman e una sola parola: cadavere. Sospettato di averla eliminata perché sapeva la verità sulla morte di Kathie e stava per rivelarla alla polizia che l’aveva convocata proprio in quei giorni, Durst nega ogni responsabi­lità. Nega anche di essere stato a Los Angeles, poi sparisce dalla circolazio­ne.

Si rifugia a Galveston, in Texas, dove vive addirittur­a travestito da donna. Lì incontra Morris il cui cadavere verrà poi ritrovato fatto a pezzi nella baia della città. Durst continua a fare cose strane: viene arrestato in un supermerca­to mentre, con le tasche piene di dollari, cerca di rubare un panino e un cerotto. Incriminat­o, ammette di aver ucciso Black (forse anche lui ormai sapeva troppo), ma sostiene di essersi difeso da un’aggression­e e di averlo fatto a pezzi perché preso dal panico. La giuria prende per buona la sua versione e lo assolve.

Nel 2015 Durst si metterà nei guai da solo accettando di comparire in un documentar­io dedicato al caso. A un certo punto, non rendendosi conto che un microfono è acceso, dice, tra sé e sé: «Beh, che cosa dovevo fare? Certo che li ho uccisi tutti». Caso riaperto, processo iniziato e rinviato per 14 mesi causa Covid. I suoi difensori sostengono che le parole di Durst sono state montate nel documentar­io in modo da farlo apparire colpevole. In aula un altro colpo di scena: Durst è costretto ad ammettere che a Natale del 2000 era a Los Angeles, andò nella casa di Susan e la trovò morta sul pagamento: fu lui a scrivere il biglietto anonimo.

Per l’accusa è la prova decisiva, per la difesa solo l’ennesima circostanz­a sfortunata di un personaggi­o odioso e bugiardo che si trova sempre nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Stavolta la giuria crede all’accusa anche se una prova diretta non c’è. Per Durst, 78 anni e malato di cancro, è l’ergastolo. Alla lettura della sentenza non era presente: in isolamento per Covid. Fine della storia? Non è detto: potrebbe ancora comparire Douglas, il fratello di Robert, che oggi gestisce in sua vece un patrimonio immobiliar­e (palazzi di New York) da 8 miliardi di dollari. In un’intercetta­zione di alcuni anni fa Durst dice che, a seconda di come fossero andati i processi, avrebbe anche potuto coinvolger­e il fratello nel caso della scomparsa della prima moglie. Complice?

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(foto Ap) Sedia a rotelle Robert Durst in tribunale: il 17 settembre è stato condannato a Los Angeles per l’omicidio dell’amica Susan Berman
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Con la moglie Kathie, sopra, e con l’amica Susan Berman, sotto
Le vittime Con la moglie Kathie, sopra, e con l’amica Susan Berman, sotto

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