Corriere della Sera

Operaio muore stritolato dai rulli del macchinari­o

Firenze, lavorava in un’azienda che produce moquette: lascia la moglie e una figlia tredicenne

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

La macchina lo ha inghiottit­o e l’operaio non ha avuto scampo. Stritolato dagli ingranaggi senza che nessuno in fabbrica si accorgesse di niente. «Quella macchina è molto rumorosa e se Giuseppe ha gridato aiuto nessuno ha potuto sentirlo purtroppo», raccontano i compagni di lavoro. L’ennesima vittima del lavoro, la 25esima in Toscana dall’inizio dell’anno, si chiama Giuseppe Siino, 48 anni, aveva una moglie e una figlia di 13 anni che lo avevano da poco salutato quando venerdì sera era uscito di casa per il turno serale. «Ci vediamo domani mattina», le ultime sue parole.

È accaduto a Campi Bisenzio, comune della città metropolit­ana di Firenze, nella fabbrica di produzione dell’Alma spa, industria specializz­ata nella produzione di moquette di cui consiglier­e delegato è

Alessio Ranaldo, ex presidente di Confindust­ria Toscana.

E come per la tragedia di Luana D’Orazio, la giovane mamma morta straziata da una macchina tessile vicino a Prato, l’operaio è stato agganciato ed è finito nei grandi rulli della lavorazion­e del tessuto utilizzato per la moquette. Stavolta però pare che nessun sistema di sicurezza sia stato manomesso per aumentare o semplifica­re la produzione (come accertato dalle perizie per la morte di Luana) anche se sarà la procura di Firenze, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo (pm Ornella Galeotti), a stabilire le eventuali responsabi­lità.

Secondo le prime testimonia­nze, dopo aver trascinato negli ingranaggi l’operaio, il macchinari­o, lungo più di 5 metri e largo più di 2, si sarebbe fermata facendo scattare l’allarme. «Giuseppe era incastrato e probabilme­nte è morto sul colpo», hanno raccontato i compagni di lavoro che sono riusciti a tirar fuori dai rulli il corpo. Il medico del 118 ha tentato di rianimarlo: massaggio cardiaco, respirazio­ne assistita per quasi un’ ora, ma non c’è stato niente da fare. Poco più tardi i carabinier­i hanno suonato a casa della moglie e della figlia di Siino.

La proprietà dell’azienda, in una nota, ha espresso profondo dolore per la morta dell’operaio che lavorava in fabbrica da vent’anni e ha assicurato il necessario sostegno economico alla famiglia, anche in futuro. «Da sempre la società ha rivolto la massima attenzione ed ogni opportuno investimen­to per la tutela e la sicurezza dei propri lavoratori», si legge ancora nella nota. I sindacati hanno chiesto ispezioni nell’azienda ma anche di iniziare una campagna sulla sicurezza nelle aziende. Di origini siciliane, ma da molti anni in Toscana, Giuseppe Siino era il portiere di una squadra dilettanti­stica.

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Sportivo Giuseppe Siino, aveva 48 anni, giocava a calcio nei dilettanti

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