Corriere della Sera

Pari tra Juve e Milan Roma ko a Verona

Il posticipo Punto pesante per i rossoneri, in testa con l’Inter in attesa di Udinese-Napoli Segna subito Morata, ma il Milan risponde con Rebic I bianconeri restano lontanissi­mi dalle prime della classe

- di Nerozzi, Passerini, Sconcerti, Tomaselli

La Juventus prova a usare la vecchia fionda, ma non riesce a tirare giù dalla vetta il Milan e rimane così al terzultimo posto, senza lo straccio di una vittoria dopo quattro giornate di campionato: è accaduto solo tre volte prima d’ora, ma l’ultima era addirittur­a sessant’anni fa.

La costruzion­e dal basso della classifica è molto complicata, perché non c’è margine di errore: per la terza volta su quattro la squadra di Allegri viene raggiunta nel secondo tempo, dopo aver controllat­o la partita senza correre rischi. Al primo tiro in porta, con una magnifica torsione e un colpo di testa indisturba­to su corner di Tonali, Rebic pareggia a un quarto d’ora dalla fine, incrinando tutte le piccole certezze che Madama aveva accumulato fino a lì: nel finale la squadra di Pioli capisce che l’avversario è in confusione e va anche vicina al colpo del ko (Szczesny stavolta salva alla grande su Kalulu), a casa anche qualche rimpianto oltre a un punto prezioso.

La Juve è lontana, eppure è in leggera crescita: per ora Madama con i suoi problemi non fa paura al gruppo di testa, ma sarà comunque meglio per tutti tenerla d’occhio. Del resto Allegri la fionda del contropied­e la sa usare e con un gol di Morata lanciato da Dybala (e da un errore di Hernandez che dà la palla a Danilo) dopo appena 4’ va in vantaggio. E stavolta, rispetto alle rimonte subite a Udine e Napoli, sembra a lungo gestire nel modo più congeniale l’intera serata, con il suo 4-4-2 da battaglia, reso più logico e ordinato da Locatelli.

Ancora una volta però i cambi diminuisco­no la compattezz­a bianconera e ancora una volta il Milan dimostra di essere una squadra che ha testa, cuore e qualità, capace di andare oltre alle assenze e alla fatica e di risalire il piano inclinato lungo il quale la partita sembra scivolare. Il Diavolo che si presenta nel decennale dello Stadium ha lasciato tossine e adrenalina ad Anfield, oltre che cinque giocatori in infermeria, più Kjaer che abbandona dopo mezzora. Coportando­si me con il Liverpool la partenza dei rossoneri è uno choc. Senza Ibra e Giroud, ma anche privo di Calabria, Krunic e Bakayoko, Pioli dirotta Tomori sulla destra e ritrova Tonali titolare. La Juve allegriana si conferma una squadra che reagisce al gioco altrui, disinnesca­ndo i milanisti ben prima dell’area, con Bentancur e Rabiot convincent­i. Senza contare che un altro contropied­e rapidissim­o porta Rabiot davanti a Maignan al 31’, ma Tomori salva con tempismo.

Il Milan attacca troppo lentamente un avversario sempre schierato. E quando si apre un pertugio, c’è Chiellini, addosso al quale rimbalzano sia Rebic che Diaz. Il pareggio del croato arriva su piazzato (con Rabiot più colpevole di Locatelli in area piccola), ma la Juve stava comunque perdendo terreno e compattezz­a dopo l’ingresso di Kean, Chiesa e Kulusevski, senza guadagnare incisività. Alla borsa dei cambi, Allegri non fa un affare nemmeno stavolta: il lavoro che lo attende, psicologic­o, ma anche tattico, è profondo e preoccupan­te. Come il distacco dalle altre.

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Faccia a faccia tra Tomori e Rabiot. Kalulu osserva da vicino pronto a intervenir­e in aiuto del compagno
(Afp) Duello Faccia a faccia tra Tomori e Rabiot. Kalulu osserva da vicino pronto a intervenir­e in aiuto del compagno
 ?? (LaPresse) ?? Scontento Massimilia­no Allegri, 54 anni: è tornato sulla panchina della Juventus con la quale ha vinto cinque scudetti di fila
(LaPresse) Scontento Massimilia­no Allegri, 54 anni: è tornato sulla panchina della Juventus con la quale ha vinto cinque scudetti di fila
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