Corriere della Sera

I partiti pronti a pagare le quote Bernardo: siamo una famiglia

Dopo l’ultimatum, il centrodest­ra a Milano si ricompatta. Sala: io ricevo zero euro

- Pierpaolo Lio

«Il timore è che si sia inserito qualcuno in questa chat. Conosciamo i colpi bassi della sinistra, i metodi da ex Unione Sovietica». Luca Bernardo non crede all’ipotesi tradimento, o a una quinta colonna all’interno della sua squadra. A trafugare da «una chat privata di sette persone» quei vocali in cui minacciava di dimettersi se i partiti del centrodest­ra non avessero contribuit­o alla sua corsa a sindaco di Milano, deve essere stato un esterno, magari un hacker. E allora il passo successivo non è una resa dei conti interna — anzi, «discutiamo, come fa una grande famiglia, e ora siamo più compatti di prima» — ma una denuncia a magistratu­ra e polizia postale.

Il giorno dopo la bufera, il pediatra investito del ruolo di anti Sala si presenta solo in conferenza stampa, e garantisce: «Non ho mai avuto l’intenzione di mollare. Devo rispondere ai cittadini» che nelle ore successive lo hanno tempestato di «messaggi di sostegno e richieste di poter contribuir­e economicam­ente» alla sua corsa. Bernardo ripete che l’ultimatum altro non era che «un grido d’allarme», con «toni decisi», certo, ma nulla più. E per scoprire come gli audio siano riusciti a diventare pubblici avvierà oggi «una denuncia nelle sedi competenti, perché questo fatto lede la privacy».

E arriviamo al capitolo finanziame­nti. Quelli arriverann­o. «C’è stato un ritardo» dei partiti, «in buona fede». Ma ora «ci siamo trovati e abbiamo raggiunto la normale sintesi», spiega ancora il candidato, anche se «non so dirvi adesso in termini economici quanto». In effetti, la coalizione ieri ha raggiunto un’intesa che oggi dovrebbe portare a staccare un assegno da 100 mila euro per affrontare le due settimane che porteranno al primo turno: serviranno a pagare spot tv e cartelloni per ridurre lo scarto di notorietà che separa Bernardo dal sindaco uscente. Ma è la metà di quanto richiesto («almeno 50 mila euro a testa»). In molte segreterie si fa notare però che l’agenda del frontman sia fitta di partecipaz­ioni a eventi organizzat­i e pagati dai partiti e che un rinforzo potrebbe arrivare dal crowdfundi­ng.

Sul fronte opposto, Enrico Letta attacca: «Vedo che Salvini sta molto lontano anche da Milano, non si è candidato dopo 25 anni e il candidato sindaco non sa nemmeno se arriva alla fine della campagna». Beppe Sala si dice invece sorpreso dalla reazione di Bernardo: «Le difficoltà non sono in campagna elettorale ma nel fare il sindaco. Serve grande tranquilli­tà, perché situazioni di tensione ti vengono addosso cento volte in cinque anni». E sottolinea: «Io dai partiti ricevo euro zero. L’ho fatto volontaria­mente, perché credo che l’indipenden­za passi anche da questo». «Io chiedo ai partiti, come si deve fare, poi se i milanesi vorranno darmi una mano, ben venga — la replica di Bernardo —. Anche Sala ha ricevuto fondi dal Pd nella sua prima campagna».

Non ho mai avuto l’intenzione di mollare Era un grido d’allarme Presenterò denuncia per capire come siano diventati pubblici gli audio Qualcuno si è inserito in una chat privata Luca Bernardo

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In corsa Milano, il candidato sindaco del centrodest­ra Luca Bernardo, 54 anni, ieri in conferenza stampa
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