Corriere della Sera

Scholz stravince l’ultimo dibattito elettorale tedesco

Scintille su clima e salario minimo. Il candidato socialdemo­cratico dice addio alla Grande coalizione

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Paolo Valentino

A volerlo riassumere, Olaf Scholz si è preoccupat­o soprattutt­o di proiettare calma e autorevole­zza. Armin Laschet ha cercato di uscire dall’angolo tirando fuori a sorpresa il tema della sicurezza e mostrandos­i meno aggressivo. Mentre Annalena Baerbock è andata all’attacco non avendo più nulla da perdere.

Ma alla fine è successo poco, almeno nella percezione del pubblico. Il candidato socialdemo­cratico ha vinto anche il terzo e ultimo duello televisivo, o Triell secondo il neologismo, della campagna elettorale tedesca. Secondo il sondaggio a caldo condotto da Sat 1, il 42% degli intervista­ti lo ha infatti trovato più convincent­e del suo avversario cristiano-democratic­o (apprezzato dal 27%) e della candidata ambientali­sta, giudicata vincitrice dal 25%.

A una settimana dal voto, la Spd di Scholz rimane in testa nelle intenzioni di voto, con il 26%, davanti alla Cdu-Csu che recupera un punto, passando dal 20% al 21%, non abbastanza cioè per parlare di inversione di tendenza. I Verdi rimangono indietro, al 16%-17%.

Giustizia sociale, cambiament­i climatici, pandemia e digitalizz­azione sono stati i quattro temi principali del dibattito. E ancora una volta, la politica estera si è confermata la grande assente di questa campagna elettorale. Lo scontro più significat­ivo è stato sul tema del salario minimo garantito che sia Scholz sia Baerbock propongono di portare da 9 a 12 euro l’ora. «È una riforma necessaria e importante, per me sarà la condizione per qualsiasi coalizione di governo. È una questione di dignità delle persone», ha detto il candidato socialdemo­cratico. La candidata dei Verdi ha ricordato che in 16 anni il divario tra ricchi e poveri è aumentato e che in Germania un bambino su 5 è sotto la soglia di povertà: «Un dato inaccettab­ile». Laschet, paladino del sistema renano, si è detto contrario all’aumento, perché «è compito delle parti sociali non del governo accordarsi su salari più giusti». Ma è stato facile per gli altri due ricordargl­i che molti occupati non sono più iscritti al sindacato. Sia Scholz che Baerbock si sono espressi in favore di un maggior peso fiscale sulle fasce di reddito più alte.

È stata sicurament­e la migliore prestazion­e di Annalena Baerbock, che troppo tardi ha acquistato sicurezza e forza di argomenti. «Io mi batto per una svolta dove la difesa del clima non sia più una mezza cosa, per una politica che metta al suo centro le famiglie e per una politica estera guidata dai diritti umani nel cuore dell’Europa» ha detto in chiusura, unica fra i tre candidati a evocare il ruolo internazio­nale della Germania.

Tra Scholz e Laschet non ci sono state le scintille della volta precedente, ma questo ha finito per avvantaggi­are il candidato spd, apparso sempre calmo e padrone degli argomenti. Sulle possibili coalizioni, Scholz ha escluso (come gli altri due) ogni alleanza con l’AfD, ma ha anche detto che «dopo tanti anni al governo è giusto che la Cdu-Csu vada all’opposizion­e». Un epitaffio sulla Grosse Koalition.

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I tre candidati principali: Olaf Scholz (Spd), Annalena Baerbock (Verdi) e Armin Laschet (Cdu)
Confronto I tre candidati principali: Olaf Scholz (Spd), Annalena Baerbock (Verdi) e Armin Laschet (Cdu)

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