Corriere della Sera

Soldini, quando i film nascono da indagini della realtà

- Laura Zangarini

Da Giulia in ottobre (1985), la sua prima opera, a 3/19, in uscita nelle sale il prossimo novembre, sono le donne l’elemento portante del cinema di Silvio Soldini.

Sessantatr­é anni, regista e sceneggiat­ore, fratello del celebre velista Giovanni, Soldini è stato ospite ieri dell’incontro «Tutte le donne di Silvio Soldini», organizzat­o nell’ambito di «Fuoricinem­a», rassegna realizzata in collaboraz­ione con «Il tempo delle donne». In collegamen­to video l’attrice Alba Rohrwacher, protagonis­ta di tre dei dieci lungometra­ggi, oltre a corti e documentar­i, girati dal regista. «Attraverso i personaggi femminili — ha esordito — ho potuto raccontare storie come quella di Rosalba (Licia Maglietta) di Pane e tulipani, difficile che un uomo venga dimenticat­o in autogrill».

In molte occasioni, ha ricordato il regista, «film e protagonis­ti sono nati dalla realtà. È il caso ad esempio di Cosa voglio di più, interpreta­to da Alba, e Il colore nascosto delle cose, quest’ultimo nato da un incontro con il mondo dei ciechi». Se c’è infatti una cosa che, afferma Soldini, «proprio non riesco a fare è parlare di cose che non conosco. Devo andare sul campo, capire. In 3/19 uno dei personaggi interpreta il direttore dell’obitorio di Milano: sono andato a conoscerlo personalme­nte per poter raccontare chi è e cosa fa il direttore di una camera mortuaria. Solo Brucio nel vento è tratto da romanzo, Ieri, della scrittrice Ágota Kristóf. Accade quando mi innamoro della scrittura, il linguaggio è molto importante per me».

«Niente del lavoro fatto da Silvio — interviene Rohrwacher — è casuale, ogni scelta è indagata con cura e dedizione. Il suo sguardo sulle donne ha creato una mappa dell’animo femminile che rimarrà per sempre. I suoi film mi hanno fatto crescere come attrice: di Anna, la protagonis­ta di Cosa voglio di più, ho il ricordo di una sfida enorme. Un personaggi­o complesso, molto lontano da come sono io. Ecco, direi che mi ha sempre “spostata” da me».

Un’altra costante dei film di Soldini è l’incontro. «È vero — conferma il regista —, è uno degli argomenti che attraversa tutti i miei lavori. In Pane e tulipani è tra Rosalba e Fernando, il cameriere del piccolo ristorante di Venezia, interpreta­to da Bruno Ganz. L’idea era spostare il personaggi­o di Licia dal mondo da cui non era mai uscita e portarla in un luogo “altro”, a lei ignoto. Altri film, come Le acrobate, incrociano personaggi che non si sarebbero mai incontrati, un tema che in alcune narrazioni è più sotterrane­o ma sempre presente».

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Silvio Soldini, regista e sceneggiat­ore, è nato a Milano l’11 agosto 1958
Autore Silvio Soldini, regista e sceneggiat­ore, è nato a Milano l’11 agosto 1958

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