Corriere della Sera

«Io, Vanessa e Spacey»

L’intervista I western, Hollywood, la vita privata: parla l’attore, presto sugli schermi con «Havana Kyrie» Franco Nero: «Quando vidi sul set mia moglie mi sembrò brutta Come regista ho chiamato Kevin perché siamo tutti peccatori»

- Emilia Costantini

«Sergio intimava al direttore della fotografia: mi raccomando, illumina bene quei laghetti azzurri! Mi fanno guadagnare un sacco di soldi!». I «laghetti azzurri» erano gli occhi di Franco Nero, che ricorda Sergio Corbucci, il regista con cui ha girato tanti film, con nostalgia. «È stato il genio del cinema popolare: non ha vinto l’Oscar, ma ha vinto l’Oscar del pubblico».

Nero, al secolo Sparanero: nomen omen profetico si direbbe. «È vero, ho sparato tanto negli western e Sergio ci scherzava, dicendo: oggi quanti ne ammazziamo?». Non a caso, è stato presente a Venezia78, insieme a Quentin Tarantino, per celebrare il regista nel documentar­io Django&Django: «Un bell’omaggio a Sergio con tanti ricordi miei e di Quentin».

Il Tarantino che, per il suo Django Unchained, si è ispirato al vostro Django.

«Quentin era appassiona­to dei nostri film e, quando iniziò a lavorare al suo Django, mi chiede di partecipar­e. Io, contento, gli proposi un’idea per il mio ruolo».

Gli piacque?

«No e dopo qualche tempo me ne propose una sua, che era migliore della mia. Girare con lui è stata un’avventura straordina­ria».

Ora è protagonis­ta di un film senza sparatorie: dopodomani presenta alla Casa del Cinema di Roma, in una anteprima organizzat­a dall’associazio­ne Visioni Illusioni, Havana Kyrie. Che storia è?

«Impersono un vecchio direttore d’orchestra al Teatro Rossini di Pesaro, dove ho riscosso grandi successi ma ora sono in crisi e resto senza lavoro. Mi riduco a fare il barbone, finché mi propongono di andare a dirigere un coro di bambini a l’Avana: lì dovrò fare i conti con l’allegria cubana, eseguendo poi il Kyrie eleison di Rossini».

Intanto sta finendo di girare a Torino un altro film, da regista, L’uomo che disegnò Dio, dove ha affidato un ruolo a Kevin Spacey, il Premio Oscar bandito da Hollywood per le accuse di molestie.

«È ispirato a una storia vera: un artista cieco, impersonat­o da me, riesce a ritrarre le persone solo ascoltando le intonazion­i della voce. Ma viene accusato di un orrendo crimine, pedofilia nei confronti di una bambina africana, che invece aveva accolto in casa con la madre perché entrambe fuggite dalla guerra».

E il ruolo di Spacey?

«In una sorta di rovesciame­nto dei ruoli, impersona il commissari­o che indaga sulla vicenda. Riguardo alla sua vicenda di presunto molestator­e, posso dire che tutti siamo peccatori, sfido chiunque a definirsi un santo. Kevin per me è un grande attore e l’arte non può essere cancellata. È venuto sul set con grande umiltà».

Nel ruolo di un’insegnante di pianoforte, c’è sua moglie Vanessa Redgrave: una moglie sposata due volte.

«Una storia lunga la nostra, iniziata con il film Camelot. Io ero Lancillott­o, lei Ginevra. Quando la incontrai la prima volta sul set, dissi al regista Logan: quanto è brutta! Era magra, struccata, indossava jeans strappati. Io ero abituato alle floride bellezze italiane! Ma Vanessa mi invitò a cena con altri attori. Suono alla porta e mi viene ad aprire una donna stupenda, non la riconosco e dico: buonasera, sono stato invitato dalla Redgrave. Lei ride ed esclama: sono io! Poi il nostro legame ha preso il volo in una serata romantica a San Francisco: unione sentimenta­le e di lavoro».

Una lunga carriera, la sua, iniziata in teatro.

«Certo! Da ragazzino, a Parma, organizzav­o spettacoli­ni in dialetto. I compagni mi prendevano in giro, però rispondevo “vedrete!”. Infatti, sono stato allievo di Strehler e, quando iniziai la mia carriera, il grande maestro mi raccomandò: devi dire che hai studiato con me!».

Un altro maestro, John Huston.

«Maestro di scena e di inglese: la mia conoscenza della lingua era maccheroni­ca e mi costrinse ad ascoltare dischi dove famosi attori recitavano Shakespear­e».

Eppure, lei avrebbe dovuto entrare nell’Arma, seguendo le orme di suo padre.

Nei film ho sparato tanto e Corbucci scherzava sempre: «Oggi quanti ne ammazziamo?»

«Era maresciall­o e sognava che diventassi ufficiale. Quando intrapresi la mia strada fu deluso, poi è diventato mio fan. Un padre severo, mi ha aiutato a non montarmi la testa».

A novembre compie 80 anni.

«Ma ne dimostro 60! E ho tanto da fare».

 ??  ?? Direttore Franco Nero, 79 anni, nato a Parma, in una scena di «Havana Kyrie»: interpreta un vecchio direttore d’orchestra che resta senza lavoro
Direttore Franco Nero, 79 anni, nato a Parma, in una scena di «Havana Kyrie»: interpreta un vecchio direttore d’orchestra che resta senza lavoro
 ??  ?? Album «Camelot» Franco Nero e Vanessa Redgrave in una scena di «Camelot» (1967): sul set il primo incontro
Album «Camelot» Franco Nero e Vanessa Redgrave in una scena di «Camelot» (1967): sul set il primo incontro
 ??  ?? Insieme Kevin Spacey e Franco Nero durante le riprese di «L’uomo che disegnò Dio» diretto da Nero
Insieme Kevin Spacey e Franco Nero durante le riprese di «L’uomo che disegnò Dio» diretto da Nero

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