La cooperativa del gol sta aiutando l’Inter a dimenticare Lukaku
Domani sfida tra talenti: Lautaro contro Vlahovic
Dimenticare Lukaku MILANO non è facile. Romelu è stato il leader e il trascinatore dell’Inter. Il totem di Antonio Conte. Per non far rimpiangere il 9 più forte del campionato e magari d’Europa sono serviti 9 marcatori. Tanti sono i giocatori che la creatura di Inzaghi, in testa alla classifica con il Milan in attesa del Napoli, ha mandato a segno nelle prime quattro giornate. L’Inter contiana era quasi Lukaku dipendente. Quella del nuovo corso dimostra di avere molte soluzioni. L’attacco è super anche se resta appiccicata alla pelle degli interisti la rabbia per le molteplici occasioni sprecate contro il Real Madrid.
Ma in campionato, dove il livello è più basso, la regina è una macchina da guerra: nove sono i marcatori e nove le giornate consecutive, in collaborazione con la squadra dell’anno scorso, in cui segna almeno due reti. Mica male alla vigilia di un trittico gustoso e decisivo per capire sino in fondo le ambizioni nerazzurre: domani sera la Fiorentina che viene da tre vittorie consecutive, poi lo scontro diretto con l’Atalanta e infine la sfida allo Shakhtar di De Zerbi, snodo cruciale per la Coppa.
Niente è semplice, ma con una squadra così tutto è possibile. Lautaro (Martinez) e i suoi fratelli sono pronti. L’argentino, che a fianco di Lukaku ha fatto un deciso salto di qualità, adesso è impegnato a non farlo rimpiangere. Il suo rendimento è una garanzia: tre partite, tre gol. Considerando quello all’Udinese, nell’ultima uscita dello scorso campionato, sono quattro le partite consecutive in cui ha colpito. Un record. E Inzaghi gongola: «Lautaro è un titolare inamovibile dell’Inter». Ha il 10 sulle spalle, ma sta diventando un nove. Anche perché il nove vero, Dzeko, pure lui tre gol, è più un regista d’attacco, prezioso per aprire gli spazi. Saranno loro due a sfidare domani sera al Franchi la Fiorentina. Lautaro, classe ‘97, contro Vlahovic, classe 2000, è una partita dentro la partita. Giovani, affamati, contesi, entrambi con il contratto in scadenza nel 2023. Il Toro ha l’intesa per allungare sino al 2026 e andrà a guadagnare 6 milioni più bonus. Dusan, invece, sta facendo penare la Fiorentina. Ma averlo trattenuto, nell’estate della rifondazione, è stato un bel passo in avanti. Lautaro ha segnato di più, 52 gol contro 34, ma ha giocato anche più partite. La media, 0,38, è la stessa e il duello a distanza promette scintille.
L’argentino è il nuovo leader dell’Inter, ma non è solo. Nell’attacco di Inzaghi solo Sanchez, appena rientrato, è rimasto a secco. Correa, letale a Verona, quasi certamente diserterà Firenze (come Vidal) per problemi fisici e tornerà con l’Atalanta. Ma le soluzioni non mancano. Quattro gol sono arrivati dai centrocampisti (Barella, Calhanoglu, Vecino e lo stesso Vidal), uno da Dimarco, due da Skriniar, letale sui calci d’angolo. L’allegra cooperativa del gol non vuole fermarsi proprio adesso.