Tudor arriva e cambia il Verona Per la Roma di Mou è il primo k.o.
Tacco di Pellegrini ma decide un gol di Faraoni, inutile l’assalto finale giallorosso
I milanisti più attempati conoscono bene il significato di «fatal Verona» ma, andando avanti di questo passo, anche i tifosi romanisti si avvicineranno al Bentegodi toccando ferro. Un anno fa — stesso mese e stesso giorno — i giallorossi pareggiarono 0-0 ma poi persero 0-3 a tavolino per aver schierato Diawara fuori lista. Ieri è arrivata sul campo la prima sconfitta dell’era Mourinho dopo sei vittorie consecutive e, particolare più spinoso, il risultato è stato coerente con quello che si è visto sul campo. Tudor, all’esordio dopo l’esonero di Di Francesco, ha ripescato gioco a tutto campo, marcature a uomo e intensità dell’amico Juric. L’Hellas ha giocato la partita
Il tecnico: «Guardiamo subito alla prossima, avevamo vinto 6 partite, non 60»
che voleva giocare, la Roma no. Mourinho è stato due volte lucido a commentare il match. Prima quando ha detto che la chiave sono stati «i troppi duelli individuali persi». Poi quando ha ricordato ai suoi che «bisogna pensare subito alla prossima gara (giovedì, all’Olimpico, contro l’Udinese; ndr). Prima ne avevamo vinte 6 e non 60, adesso ne abbiamo persa una e non 10». Un po’ meno convincente è stato quando, nel finale, sotIl to 3-2, ha mandato in campo cinque attaccanti che hanno finito per intasare gli spazi. La fatica delle gare precedenti e il campo bagnato dopo il diluvio e la grandine di sicuro non hanno aiutato. Per una volta, insomma, la Roma è rimasta al di sotto del suo standard. Non è bastato nemmeno lo straordinario gol di Lorenzo Pellegrini, di tacco su cross di Karsdorp, che aveva permesso di chiudere in vantaggio il primo tempo.
Verona ha rovesciato la gara a inizio ripresa, anche per merito di Caprari, prodotto del vivaio giallorosso che ha avuto poca fortuna in patria. Il numero 10 ha sfruttato la sua maggiore velocità prima su Cristante (volata e cross deviato da Mancini in modo maldestro e gol di Barak) e poi su Mancini (dribbling e tiro nell’angolino).
La Roma ha pareggiato con una bella azione di contropiede Abraham-Pellegrini, finalizzata al contrario dallo sfortunato autogol di Ilic. Poteva essere la svolta della partita e invece il Verona è ritornato in vantaggio, questa volta decisivo, con un bel tiro di Faraoni dal limite (e chiusura tardiva di Cristante). Da lì in poi la Roma ha attaccato sbattendo però contro il muro. L’occasione più clamorosa l’hanno avuta ancora gli scaligeri, con Caprari, ma Rui Patricio ha risposto con un miracolo. In sintesi: risultato giusto.
Il compito di Mourinho, adesso, è saper gestire il momento negativo in una piazza molto umorale. Una partita storta può capitare a tutti, l’importante è evitare nelle prossime comportamenti autolesionisti come l’ammonizione per proteste di Veretout al 17’ (il francese è stato poi enormemente condizionato nel suo gioco) o negativi come l’eccesso di nervosismo di Abraham verso tutti, compagni di squadra compresi. L’obiettivo vero della Roma è la qualificazione alla prossima Champions, il cammino è fin qui quello giusto.
Il compito di Tudor è invece prolungare l’ntensità di squadra mostrata ieri. Così il Verona non avrà problemi.