Show di Ganna, un bolide mondiale Si conferma d’oro a casa dei fenomeni
L’azzurro fa il bis su Van Aert e Evenepoel Le Fiandre ai suoi piedi: «Volevo la maglia»
Quando il bolide azzurro passa sulla linea del secondo rilevamento intermedio, i tifosi belgi (i più competenti del pianeta: centomila sul tracciato, tre milioni davanti alla tv) si rendono conto che Filippo Ganna ha già recuperato 6” al loro eroe Wout Van Aert e ormai lo tallona a un pugno di centesimi: il sogno di vincere (in casa, per di più) il primo Mondiale a cronometro della loro storia sta sfumando sulla via di Bruges. L’uomo delle rimonte sta per colpire ancora: dopo aver affondato i danesi a Tokyo, ieri SuperPippo ha traumatizzato i belgi a casa loro, nelle Fiandre. In agosto, sul suo bolide di carbonio da pista, aveva superato gli avversari negli ultimi 100 metri dell’inseguimento olimpico, ieri (attrezzata la bici con freni e cambio) ha sopravanzato Wout Van Aert nei 5 chilometri finali.
Campione del mondo per la seconda volta consecutiva (tra i due successi ci sono le sei vittorie al Giro d’Italia e l’oro di Tokyo), perfetto nel distribuire lo sforzo, impermeabile alla tensione della sfida in trasferta, lucido nelle analisi: «La sconfitta agli Europei a Trento mi aveva un po’ destabilizzato, lo ammetto: le gambe non giravano come volevo. Ho recuperato con un mini ciclo di allenamenti in altura, in Piemonte, e sono arrivato qui senza certezze ma senza angosce. Mi spiace per Wout e Remco (l’altro prodigio belga Evenepoel, terzo,
perché perdere in casa è brutto. Ma volevo tenere questa maglia». L’analisi di Van Aert ha il retrogusto amaro di una raffica di sconfitte: secondo a Imola nel 2020 dopo Ganna nella crono e dopo Alaphilippe in linea, secondo al ciclocross iridato dietro a Van Der Poel, secondo alle spalle di Carapaz alle Olimpiadi.
«Se penso all’ennesima medaglia d’argento mi viene l’angoscia — spiega — ma mi sforzo di essere razionale: mi ha battuto un extraterrestre».
Ganna non rinnega la sua generosità («Nessuno mi obbliga a correre così tanto: è una scelta mia e dei miei tecnici»): quest’anno — solo su strada — ha totalizzato ben 70 giorni di gare. Giovedì rimetterà il body per puntare all’oro anche nella cronostaffetta mista (ieri bene Affini, 9°, così così Sobrero, 21°), da lunedì tornerà in pista. A fine ottobre ci sono i Mondiali nel velodromo di Roubaix e l’obiettivo per Pippo è doppio: l’inseguimento a squadre e quello individuale, dove i tecnici lo immaginano come primo uomo a rompere (a livello del mare) la barriera dei quattro minuti sui 4 chilometri. Con lui si sono complimentati il premier Mario Draghi («Filippo si riconferma l’uomo più veloce al mondo dopo una gara emozionante») e il presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Orgogliosi di un fenomeno che non finisce di stupirci».
Cominciato benissimo, il Mondiale degli azzurri prosegue oggi nelle Fiandre con le crono Under 23 uomini ed Élite donne. Ieri Matteo Trentin, capitano per la prova in linea di domenica prossima, ha vinto per distacco il Trofeo Matteotti. Oggi il c.t. Davide Cassani rivelerà la composizione di una Nazionale che dovrà misurarsi con la tremenda voglia di rivincita dei fuoriclasse belgi.