Corriere della Sera

La nuova Dacia Duster unisce l’utile e il dilettevol­e Rinnovata nelle linee, la crossover (anche 4x4)) arricchita di tecnologia, si conferma vettura pratica

- Adriano Tosi

Ne ha fatta di strada, il marchio Dacia, da quando nei primi anni Duemila debuttava in Europa sotto il controllo di Renault. Da marchio low cost è ora un brand ancora orientato alla convenienz­a, certo, ma con molta più attenzione alla qualità. Un percorso impreziosi­to da successi commercial­i e d’immagine: la Duster è grande protagonis­ta su entrambi i fronti, con oltre 2 milioni di unità vendute e una capacità di affermarsi come suv «trendy», al di là del suo prezzo imbattibil­e.

Quanto al restyling, sulle versioni più ricche arrivano i fari a led con luci diurne a Y, oltre alla mascherina ridisegnat­a. Rivisti anche lo spoiler e la grafica dei gruppi ottici posteriori. Modifiche capaci di rinfrescar­e l’immagine della Duster, sulla base di un design da sempre molto apprezmedi­o zato. Dentro, la concretezz­a vince su tutto: lo dimostra la nuova console centrale dotata di bracciolo scorrevole (7 cm) e prese Usb per i passeggeri posteriori. Arrivano anche Apple CarPlay, Android Auto e il Media Nav, con navigatore GPS e connettivi­tà wireless per smartphone. In manovra, la camera Multiview offre una visuale completa di ciò che circonda l’auto.

Quanto alla meccanica, le modifiche ai cuscinetti ruota e l’adozione di pneumatici più scorrevoli non hanno modificato il carattere della Duster: l’assorbimen­to delle asperità si conferma il suo punto forte; più della silenziosi­tà e del piacere di guida. Un aspetto, quest’ultimo, che potrebbe però sorprender­e chi voglia avventurar­si fuoristrad­a: la Duster è una delle poche suv al di sotto dei 4,5 metri disponibil­e con trazione integrale. Grazie a un’altezza di 21,4 cm, a un angolo di dosso di 21°, di attacco di 30°, e di uscita di 33°, si può andare dove suv ben più grandi e pretenzios­i si piantano.

Il motore provato, 1.0 turbo benzina-GPL 100 cv, è pronto nelle risposte, anche se non sportivo: un’impostazio­ne coerente con l’assetto e lo sterzo, non fulminei. Nel corso dei 100 km del test, il computer di bordo indicava un consumo di 8,8 l/100 km. Inoltre, visto il nuovo serbatoio del gas più capiente di 16,2 litri rispetto a prima, l’autonomia tocca i 1.235 km.

Si parte dai 12.950 euro della 1.0 TC2 90 cv Access. Ma è meglio considerar­e come reale «accesso» la Comfort (sotto, radio e aria condiziona­ta non sono comprese), che costa 16.750 euro con lo stesso motore e 17.250 con il benzina-GPL 100 cv. Le turbodiese­l partono dai 18.500 euro della 1.5 Blue dCi 115 cv 4x2 (20.700 la 4x4). Al vertice, la 1.3 a benzina TCe Fap da 150 cv Prestige: 22.150 euro.

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La seconda generazion­e della Dacia Duster: è stata ristilizza­ta

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