La nuova Dacia Duster unisce l’utile e il dilettevole Rinnovata nelle linee, la crossover (anche 4x4)) arricchita di tecnologia, si conferma vettura pratica
Ne ha fatta di strada, il marchio Dacia, da quando nei primi anni Duemila debuttava in Europa sotto il controllo di Renault. Da marchio low cost è ora un brand ancora orientato alla convenienza, certo, ma con molta più attenzione alla qualità. Un percorso impreziosito da successi commerciali e d’immagine: la Duster è grande protagonista su entrambi i fronti, con oltre 2 milioni di unità vendute e una capacità di affermarsi come suv «trendy», al di là del suo prezzo imbattibile.
Quanto al restyling, sulle versioni più ricche arrivano i fari a led con luci diurne a Y, oltre alla mascherina ridisegnata. Rivisti anche lo spoiler e la grafica dei gruppi ottici posteriori. Modifiche capaci di rinfrescare l’immagine della Duster, sulla base di un design da sempre molto apprezmedio zato. Dentro, la concretezza vince su tutto: lo dimostra la nuova console centrale dotata di bracciolo scorrevole (7 cm) e prese Usb per i passeggeri posteriori. Arrivano anche Apple CarPlay, Android Auto e il Media Nav, con navigatore GPS e connettività wireless per smartphone. In manovra, la camera Multiview offre una visuale completa di ciò che circonda l’auto.
Quanto alla meccanica, le modifiche ai cuscinetti ruota e l’adozione di pneumatici più scorrevoli non hanno modificato il carattere della Duster: l’assorbimento delle asperità si conferma il suo punto forte; più della silenziosità e del piacere di guida. Un aspetto, quest’ultimo, che potrebbe però sorprendere chi voglia avventurarsi fuoristrada: la Duster è una delle poche suv al di sotto dei 4,5 metri disponibile con trazione integrale. Grazie a un’altezza di 21,4 cm, a un angolo di dosso di 21°, di attacco di 30°, e di uscita di 33°, si può andare dove suv ben più grandi e pretenziosi si piantano.
Il motore provato, 1.0 turbo benzina-GPL 100 cv, è pronto nelle risposte, anche se non sportivo: un’impostazione coerente con l’assetto e lo sterzo, non fulminei. Nel corso dei 100 km del test, il computer di bordo indicava un consumo di 8,8 l/100 km. Inoltre, visto il nuovo serbatoio del gas più capiente di 16,2 litri rispetto a prima, l’autonomia tocca i 1.235 km.
Si parte dai 12.950 euro della 1.0 TC2 90 cv Access. Ma è meglio considerare come reale «accesso» la Comfort (sotto, radio e aria condizionata non sono comprese), che costa 16.750 euro con lo stesso motore e 17.250 con il benzina-GPL 100 cv. Le turbodiesel partono dai 18.500 euro della 1.5 Blue dCi 115 cv 4x2 (20.700 la 4x4). Al vertice, la 1.3 a benzina TCe Fap da 150 cv Prestige: 22.150 euro.