Appello di Draghi «Agire sul clima»
Il ruolo guida dell’Ue e i finanziamenti al Terzo Mondo, il premier ricorda l’appuntamento di Milano
L’Europa sta facendo la sua parte, ha «un ruolo guida nell’affrontare i cambiamenti climatici», ma può fare poco a livello globale, visto che «è responsabile soltanto dell’8% delle emissioni globali». Semmai una delle chiavi di volta saranno i finanziamenti (quelli promessi sono 100 miliardi di dollari) che il mondo sviluppato si è impegnato a donare ai Paesi del Terzo mondo per la transizione energetica: e anche l’Italia farà la sua parte, «un annuncio con il nostro impegno verrà fatto nelle prossime settimane».
Mario Draghi torna a parlare di clima, «un’emergenza come la pandemia», ad una tavola rotonda delle Nazioni Unite, in videoconferenza con New York, e ancora una volta rafforza il suo appello, che è anche quello della presidenza di turno del G20, con cifre che descrivono uno scenario non ottimistico: dagli studi più recenti dell’Onu «abbiamo imparato tre cose, che la nostra azione dovrebbe essere immediata, rapida e su larga scala. E se non agiamo per ridurre le emissioni di gas serra, non saremo in grado di contenere il cambiamento climatico al di sotto di 1,5 gradi. Dall’altro lato, vediamo che ciò sta già avvenendo, perché osserviamo eventi meteorologici estremi che, nelle scorse settimane, sono stati un doloroso promemoria degli effetti dei cambiamenti climatici. Perciò, questo ci richiede anche un’azione immediata».
Il presidente del Consiglio insiste sulla necessità di un cambio di passo dell’azione a livello internazionale, la più estesa possibile, per raggiungere obiettivi che siano efficaci: «Molti Paesi — come l’Italia — hanno deciso di porre al centro dei loro piani di ripresa e resilienza un modello di crescita più verde e inclusivo. Tuttavia, sappiamo già che è necessario fare di più. Siamo determinati a porre l’Ue sulla giusta traiettoria per ottenere una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, e per azzerare le emissioni nette entro il 2050».
L’Europa da sola può essere un modello, ma non determinante: «Perciò, dovremmo convincere le persone e i Paesi a livello mondiale che accelerare la transizione energetica ha dei costi, ma genera grandi benefici. Soprattutto nei Paesi emergenti e in via di sviluppo, la rapidità dei flussi di investimento indirizzati verso l’energia pulita è cruciale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. La sfida è evidente: raggiungere la transizione energetica dipende dalla possibilità di fornire un accesso all’elettricità generata da energie pulite a circa 785 milioni di persone entro il 2030. E avremo bisogno di rafforzare gli sforzi comuni nell’accelerare la graduale eliminazione del carbone. E dobbiamo davvero prendere il nostro destino nelle nostre mani su questo aspetto».
Il vertice del G20 che si terrà prossimamente a Roma e la Cop26 di Glasgow, ricorda Draghi, sono un’opportunità imperdibile per rispondere a queste sfide. Sarà necessario coinvolgere anche la finanza privata, aggiunge il premier. Che poi ricorda che «fra qualche giorno, diverse centinaia di giovani si riuniranno a Milano e contribuiranno alla discussione in merito alle priorità dell’azione climatica. Questo evento — chiamato Youth4Climate — si terrà in contemporanea con la PreCop che aprirà la strada al vertice di Glasgow».
Lezioni
Abbiamo imparato tre cose, che la nostra azione deve essere immediata, rapida e su larga scala se vogliamo contenere il climate change
Resilienza
Molti Paesi, come l’Italia, hanno deciso di porre al centro un modello di crescita più verde e più inclusivo. Ma sappiamo che bisogna fare di più