Gkn, i giudici sospendono i licenziamenti
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Il tribunale del lavoro ha bloccato i 422 licenziamenti della Gkn. Ai lavoratori era stato comunicato il provvedimento con una mail. «Questo vuol dire che l’Italia non è un Far West» ha commentato il ministro Giorgetti. Ex Alitalia, scontro con i sindacati.
La notizia è arrivata in fabbrica ieri mattina quasi in tempo reale. E alla Gkn si è esultato come si fa allo stadio quando il pallone finisce in rete. Stavolta il gol l’hanno segnato i 422 dipendenti dell’azienda di Campi Bisenzio licenziati in tronco con una mail dai nuovi proprietari, il fondo d’investimento anglosassone Melrose che ha chiuso la fabbrica per delocalizzare.
Ed è stata una rete pesantissima, quella di ieri, che non annulla i licenziamenti, ma potrebbe cambiare il futuro dei lavoratori. «Su Gkn ora c’è una sentenza del tribunale, questo vuol dire che l’Italia non è un Far West, ma le regole ci sono e tutti le devono rispettare», ha commentato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
Il giudice del lavoro di Firenze, Anita Maria Brigida Davia, ha revocato l’apertura dei licenziamenti decisi dalla proprietà dando ragione ai sindacati che avevano impugnato il provvedimento.
Scrive il giudice nel decreto: «Pur non essendo in discussione la discrezionalità dell’imprenditore rispetto alla decisione di cessare l’attività di impresa (garantita dall’articolo 41 della Costituzione), la scelta imprenditoriale deve essere attuata con modalità rispettose dei principi di buona fede e correttezza contrattuale, nonché del ruolo e delle prerogative del sindacato». Correttezza e prerogative che, secondo il Tribunale del lavoro, non ci sono state, anche perché «nel decidere l’immediata cessazione della produzione l’azienda ha contestualmente deciso di rifiutare la prestazione lavorativa dei 422 dipendenti (il cui rapporto di lavoro prosegue per legge fino alla chiusura della procedura di licenziamento collettivo), senza addurre una specifica ragione che imponesse o comunque rendesse opportuno il suddetto rifiuto, il che sicuramente contrario a buona fede e rende plausibile la volontà di limitare l’attività del sindacato». Il giudice ricorda inoltre che la cessazione dell’attività lavorativa in fabbrica venne comunicata «con lo stabilimento già chiuso».
La notizia è stata accolta con entusiasmo e commozione dai lavoratori e per tutta la notte si è festeggiato nella fabbrica di Campi Bisenzio con un’iniziativa estemporanea alla quale hanno parteciche pato anche la rockstar Piero Pelù e lo scrittore e drammaturgo Stefano Massini.
La proprietà ha annunciato ricorso contro la sentenza del tribunale di Firenze ma in una mail al Mise ha fatto sapere che darà corso alla revoca dei 422 licenziamenti «ma senza questo possa considerarsi acquiescenza». Allo stesso tempo la Gkn ha scritto al ministero dello Sviluppo economico che non sarebbe stata presente all’incontro indetto dal Mise stesso (previsto per ieri alle 17) perché l’iniziativa «resta assorbita dall’esecuzione del provvedimento al quale con la presente diamo immediata esecuzione». Infine in una nota alla stampa ha spiegato che «non si sottrarrà al confronto con le parti sociali». Intanto i titoli della multinazionale Melrose Industries, che controlla Gkn, ieri è arrivata a perdere quasi il 5% alla borsa di Londra.
La vice ministra per lo Sviluppo economico, Alessandra Todde, ha annunciato che a breve riconvocherà il tavolo con l’azienda e le parti sociali. «Il Tribunale è stato chiaro, ora bisogna trovare una soluzione seria e concreta a questa vicenda che ci vede tutti coinvolti», ha spiegato Todde. Che poi ha precisato: «Lo stato di liquidazione della società rimane e non è messa in discussione la cessazione dell’attività».