PERCHÉ LA MONARCHIA INGLESE SOPRAVVIVRÀ A
ELISABETTA
Caro Aldo, da qualche tempo si fa un gran parlare di cosa succederà una volta morta la regina Elisabetta d’Inghilterra. Sarebbe già pronto un dettagliatissimo piano segreto (ma non troppo), denominato «Operazione London Bridge», su come comunicare la notizia della scomparsa, sulle manifestazioni di lutto, sull’organizzazione dei funerali, sulla proclamazione del nuovo re. Perché tanta meticolosità e puntigliosità? Sono giustificate? Sono gli stessi inglesi (britannici) a volere ciò o è una «fissa» della Real Casa?
FCaro Alessandro, ilippo II di Spagna assisteva compiaciuto alle prove del proprio funerale. Si figuri se la regina Elisabetta — omonima della grande avversaria di Filippo — non si è preparata pure lei alla gestione del lutto.
Magari ci seppellirà tutti. Di sicuro, quando — il più tardi possibile — Elisabetta lascerà il suo popolo, l’emozione sarà enorme; ed è giusto che il governo di Sua Maestà si prepari a incanalarla in forme che non pregiudichino la sicurezza e consentano agli inglesi di manifestare i propri sentimenti.
Elisabetta è l’ultima grande testimone del Novecento. Ha preso il tè con Churchill e con la Thatcher. Ha conosciuto (da principessa) Franklyn Delano Roosevelt. Ha sepolto nuore e sorelle scomode. Ha incarnato al meglio vizi e virtù del popolo britannico: una certa distanza al limite della freddezza, ma anche compassione, eleganza, senso del dovere e del lavoro ben fatto. Ha vissuto al tempo della fine dell’Impero e del declino della potenza inglese; ma oggi Londra è la città più cosmopolita e meno razzista del mondo.
Non credo affatto che la monarchia muoia con lei. Carlo ovviamente non è Elisabetta. Ma gli inglesi se lo terranno, anche se molti preferirebbero come re suo figlio William. Un Paese polarizzato, con un sistema elettorale secco che consente la sopravvivenza di due soli grandi partiti, non può avere un presidente espressione di una parte. È destinato ad avere un sovrano.