«Mia madre in Rsa, posso farle solo una visita alla settimana»
Quando davvero non si sa più cosa fare, «il far sapere» al mondo come stanno le cose diventa l’unica possibilità. Io le ho provate tutte. Che buffo, mentre divampa la discussione sull’uso del green pass sì, green pass no, eccomi ancora qui a distanza di un anno, più o meno nelle identiche condizioni: i nostri genitori in Rsa e noi parenti fuori con una sola visita a settimana in giardino, senza che mai nessun dibattito si accenda eventualmente sulle nostre libertà calpestate. Una cosa è cambiata però: paradosso dei paradossi, possiamo di tanto in tanto farli uscire per portarli, in giro, a una festa, o, come faccio io, semplicemente a casa in un letto, date le condizioni. Ciò accade come conseguenza logica del fatto che a inizio estate, hanno riavviato i centri diurni con entrate ed uscite quotidiane di ospiti (entrano al mattino e tornano a casa la sera). Di questo, comunque, non se ne parla più. Capitolo chiuso. Tanto gli anziani delle Rsa nemmeno votano. A dire il vero, però, il governo uno sforzo lo ha fatto emettendo una lunga «nota ministeriale» datata 30 luglio, in cui si dice chiaramente che nelle strutture dovrebbero far entrare un parente (con green pass) tutti i giorni della settimana compresi i festivi per almeno 45 minuti. Però la nostra Rsa, sempre la stessa che mi ha intimato l’anno scorso tramite fior di avvocati di cambiare atteggiamento o di cambiare struttura, in piena pandemia, non si adegua e forse anche altre. Intanto passa il tempo e io, data la mia ossessione per le cose giuste, mi consumo anima e corpo, impotente osservando tutte queste infinite incongruenze senza la possibilità di portare conforto in alcun modo agli ultimi giorni di mia madre, che se ne sta inesorabilmente andando con sofferenza. Non è polemica, è puro dolore, oltretutto evitabile. Lo so io e lo sanno loro.