Corriere della Sera

Rebic, rabbia e gol Adesso il Milan ha un uomo in più

Ma la Croazia lo esclude per le critiche al c.t.

- Carlos Passerini

Il Diavolo scalpita. Ed è giusto così, perché il pareggio in rimonta in casa della Juventus con tanto di colpaccio sfiorato nel finale ha certificat­o una volta di più che qualità tecniche e caratteria­li per sognare in grande ci sono, specie in una stagione che in serie A sembra essere senza padroni. Scudetto? Per parlarne forse è ancora un po’ presto, l’impression­e è che ci siano comunque avversari più attrezzati, come l’Inter, ma i rossoneri continuano a crescere e quindi fanno bene a non porsi limiti. Non ora.

Come ad Anfield quattro giorni prima, anche allo Stadium sono riusciti a resistere a un avvio scioccante e a rimettere in piedi una serata che sembrava destinata a finire malissimo: una prova di tenuta mentale che è la dimostrazi­one più eloquente della crescita di un gruppo che nell’ultimo anno e mezzo è maturato come nessun altro.

Occorre però continuare così. Domani il Venezia, sabato lo Spezia: se c’è un momento per provare a piazzare un’accelerata, è questo. Settimana calda, di quelle che possono dare uno scossone alla stagione. Anche perché nella settimana successiva il livello degli avversari si alzerà maledettam­ente: mercoledì l’Atletico Madrid in Champions per un duello chiave in ottica qualificaz­ione e poi domenica lo scontro diretto con l’Atalanta in trasferta. Insomma: con Venezia e Spezia non si può fallire. Pioli l’ha detto chiarament­e, nella conferenza stampa di sabato: «Per puntare a qualcosa di importante dobbiamo migliorare nelle partite con le squadre oltre il settimo posto». Nel febbraio scorso a

Spezia arrivò una pesante sconfitta che complicò la corsa alla Champions: quest’anno non deve ricapitare.

A Torino come a Liverpool, il Milan se l’è cavata alla grande anche senza Ibrahimovi­c e Giroud. Domani a San Siro lo svedese non ci sarà — il tendine è ancora infiammato — mentre c’è qualche speranza in più per il francese, guarito dal mal di schiena ma a corto di allenament­i. Una decisione verrà presa soltanto oggi, ma una cosa è certa: Oliviero, all’italiana, come ormai lo chiamano tutti a Milanello, al massimo andrà in panchina.

Niente lesioni muscolari per Kjaer, ma anche lui salterà il Venezia. Sempre più probabile quindi che contro la squadra di Zanetti si riveda su per giù la stessa formazione che ha fermato la Juventus a domicilio, con Rebic confermato punta centrale. Ieri, all’indomani del (gran) gol che è valso il pareggio, ha ricevuto una brutta notizia: il c.t. croato Dalic lo ha di nuovo lasciato a casa per le gare di qualificaz­ioni ai Mondiali contro Cipro e Slovacchia. Non è la prima volta, era già successo a settembre: colpa di vecchie ruggini risalenti all’Europeo, quando alcune critiche di Ante mandarono su tutte le furie Dalic. Ma Rebic questo è: focoso, lunatico, poco incline alla diplomazia. Quando però è in forma, come a Torino, sa essere l’uomo in più. La Juventus lo sa bene: contro i bianconeri ha già segnato 4 gol in 6 partite. E lo sa anche Bonucci, col quale sono volate scintille in mezzo al campo.

Altro che centravant­i di scorta, altro che vice Ibra e vice Giroud: quando è stato chiamato in causa, Rebic s’è sempre fatto trovare pronto. «Ha grandissim­a intensità e qualità, gioca in tutti i ruoli, ci sta dando una mano con Olivier e Ibra fuori, ha giocate importanti che rompono le partite» ha ammesso Pioli, che sa gestirlo come forse nessun altro. Uno dei molti meriti che vanno riconosciu­ti al tecnico rossonero.

Leader in rossonero ma Dalic non gli ha ancora perdonato gli attacchi all’Europeo

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(Ansa) Carattere Ante Rebic, 27 anni, attaccante del Milan

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