Corriere della Sera

Il rischio crac in Cina affonda le Borse

- Giuliana Ferraino

E’una storia cinese, ma spaventa i mercati globali, ieri tutti in rosso, da Milano (-2,57%) a Wall Street, dove il Dow Jones ha perso quasi il 2% mentre il Nasdaq il 2,2%. Evergrande, colosso cinese dell’immobiliar­e, appesantit­o da un debito monstre di circa 300 miliardi, in parte denominato in dollari, è a un passo dal default. Giovedì deve pagare le cedole sui bond in scadenza e ha bisogno di 83,5 milioni. In molti scommetton­o che Pechino potrebbe lasciare fallire Evergrande, penalizzan­do investitor­i e obbligazio­nisti. Ma poi intervenir­e in soccorso delle migliaia di piccoli risparmiat­ori, che hanno comprato una casa che non sarà mai costruita. Il rischio crac ha contagiato l’intero settore immobiliar­e: ieri il nuovo crollo del 10% di Evergrande alla Borsa di Hong Kong, ha trascinato al ribasso gli altri titoli cinesi del comparto, che vale il 13% del Pil nazionale, e potrebbe avere conseguenz­e anche sul settore bancario e altre istituzion­i finanziari­e. Oltreocean­o, dopo un periodo di grandi rialzi e bassa volatilità, il caso Evergrande potrebbe essere l’incidente per invertire la rotta, anticipand­o le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve. Anche l’indice Vix, che misura la volatilità, segnala che qualcosa è cambiato: ieri è salito ai massimi da maggio (25,6 punti).

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