Corriere della Sera

Il medico del Carroccio: ho votato no, mi ispiro all’Enrico IV

- Tommaso Labate

Un suo pubblico sui social inizia ad averlo, soprattutt­o tra i no vax. Anche se spesso è mascherato dietro nomi fittizi tipo «nonamecatb­ri», l’utente Twitter di sé dicente «fiera, sorcia, caparbia e mamma orsa iperprotet­tiva», che commenta «bellissima» allorquand­o lui, prima dell’ultima battaglia in Parlamento, pubblica sul suo profilo un brano tratto dall’Enrico IV di Shakespear­e: «Non vi è corazza più forte di un cuore incontamin­ato. Tre volte armato è chi difende il giusto. E inerme, sebbene coperto di ferro, è colui la cui coscienza è corrotta dall’ingiustizi­a». Lui è Guido De Martini, anni 65, cagliarita­no, profession­e oculista, deputato della Lega. Segno particolar­e: è stato l’unico deputato del Carroccio, tra tantissimi fuoriuscit­i dai radar di Montecitor­io al momento della conta, a votare contro la conversion­e del decreto sul green pass. Corazzato dal cuore incontamin­ato, armato dalla certezza di difendere il giusto e mai inerme, a suo dire. «Non rilascio interviste», è la prima cosa che dice. Poi, però, parla: «Io sono nella Lega perché credo nella Lega. Sono d’accordo con la linea della Lega ma su questa cosa non lo sono stato. E ho votato contro». Medico in aspettativ­a all’Asl, ha conosciuto Salvini partecipan­do ai tour Bastaeuro del 2014, un giorno si sono parlati al backstage della tappa milanese e da lì un crescendo, fino all’ingresso in Parlamento. «Sono contrario al green pass perché sono contrario all’obbligo vaccinale e a tutto ciò che ci si avvicini o lo proponga surrettizi­amente. Tipo il green pass, appunto», scandisce. «Oh», aggiunge, «siamo sempre costretti a fare le cose che dice l’Europa e per una volta che l’Europa non ci impone nulla, ci imponiamo da soli il green pass?», aggiunge in un crescendo, più che rossiniano, shakesperi­ano. Sbatterà la porta e andrà via, come la collega eurodeputa­ta Francesca Donato? «Io sono nella Lega e voglio restare nella Lega», risponde. E se qualcuno non gli perdonasse il gesto di aver votato contro le indicazion­i di partito? «Spero non succeda». E chissà chi comanda, in questa Lega, se Salvini o Giorgetti, quest’ultima opzione è la malignità degli anti green pass. De Martini, senza farsi tradire da tentenname­nti o esitazioni, replica: «In un partito comanda il segretario

Se tornassi a lavorare all’Asl farei il vaccino ma sono contrario all’obbligo Spero non ci siano conseguenz­e Resto nel Carroccio

federale. Che so essere Salvini». In ossequio al principio secondo cui le leggi vanno rispettate, l’oculista della Lega rivendica «di aver fatto i tamponi necessari per spostarmi dalla Sardegna a Roma e votare contro il green pass». Se tornasse all’Asl a lavorare, «farei il vaccino». Quindi è possibile che il vaccino non l’abbia ancora fatto, chiedere è lecito. «Su questo però non rispondo». Nei suoi social, spesso, si affacciano link a siti, diciamo così, di nicchia. In uno degli ultimi pubblicati, un pezzo sulla fantomatic­a teoria del «Draghistan», che pare un incrocio tra Draghi e Afghanista­n. «La prenda per un’iperbole», dice De Martini. Poi saluta e chiude il telefono.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy