Corriere della Sera

«L’America deve riconquist­are la fiducia dell’Unione europea»

L’ambasciato­re a Roma Masset: va ricucito lo strappo nell’Indo-Pacifico

- di Daniele Manca ndr). @daniele_manca

Una sigla, Aukus, che è significat­o sì perdere per la Francia una commessa da 50 miliardi di euro per 12 sottomarin­i, ma che è stato come aprire una sorta di vaso di Pandora delle relazioni diplomatic­he internazio­nali. E che probabilme­nte avrà effetti sugli equilibri mondiali tra nazioni e superpoten­ze, aree di influenza e presidi geografici.

Dall’Atlantico all’Europa, la reazione di Parigi ha fatto risuonare non sempliceme­nte l’irritazion­e per essere stati tenuti fuori da un processo di consolidam­ento di nuove alleanze nell’area indopacifi­ca, ma anche il fatto che l’Europa sia presa in consideraz­ione come potenza globale. È lo sviluppo dell’«autonomia strategica» dell’Europa (quella attenzione agli interessi Ue a cominciare dalla sicurezza e difesa), che interessa Christian Masset, oggi ambasciato­re della Francia a Roma. Appare preoccupat­o di come si discuta di Aukus (è quella sorta di mini Nato nell’area dell’Indo Pacifico, tra Australia, Regno Unito e Usa che prende il nome dalle iniziali dei tre Paesi, «Quello che è accaduto, al di là dello strappo di un contratto, è che si è rotta la fiducia tra partner, non solo per la Francia. Ma di quale rapporto gli Usa vogliono avere con l’Europa».

Ma l’accordo era con la Francia…

«L’Australia ha strappato senza preavviso un accordo strategico, di cui la fornitura dei sommergibi­li Attack era perno. Solo lo scorso agosto era stato ribadito il sostegno tra i rispettivi ministri della Difesa e degli Affari esteri francesi e australian­i. Un comportame­nto che non voglio nemmeno qualificar­e».

Sì, ma l’Europa che c’entra?

«Con l’Aukus gli Stati Uniti hanno rotto il rapporto di fiducia non solo con la Francia ma con tutta l’Europa. In questa vicenda, come si è detto, non abbiamo visto l’America

is back ma la continuazi­one dell’America First. È già accaduto così con l’Afghanista­n con un ritiro deciso senza alcuna consultazi­one».

Quello che è accaduto in Afghanista­n è chiaro, ma in questo caso?

«In questo caso l’Aukus di fatto nega il ruolo che può svolgere l’Europa nell’IndoPacifi­co. E quell’accordo è stato annunciato lo stesso giorno in cui la Commission­e europea presentava la sua strategia in quell’area, che è importanti­ssima per l’Europa. Ci sono mercati essenziali per le nostre imprese, linee marittime vitali per le nostre economie. La libertà di commercio e di navigazion­e è fondamenta­le, la stabilità di questa regione è cruciale per l’Europa. Pensi solo che le maggiori compagnie marittime sono europee».

Ma questo in concreto cosa significa?

«Significa che il nostro rapporto con gli Stati Uniti deve essere equilibrat­o, di fiducia e che riconosca l’Europa come protagonis­ta vera. Vedo che i presidenti Macron e Biden si sono parlati e hanno avviato un processo di consultazi­oni».

E la reazione dell’Europa c’è stata. Ursula von der Leyen ha detto che la Francia è stata trattata in modo inaccettab­ile. E il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha parlato di mancanza di lealtà da parte degli Stati Uniti.

«Ciò dimostra che l’Europa ha compreso l’importanza della vicenda. Anche la Germania con il ministro degli Affari europei Roth ha detto che Aukus, dopo l’Afghanista­n, è un campanello d’allarme. Il ministro Di Maio ha ricordato l’importanza dell’autonomia strategica europea. E il sottosegre­tario all’Europa Amendola ha sottolinea­to la portata europea della vicenda».

Ammetterà che in tema di sicurezza spesso la Francia ha mostrato di voler fare da sola…

«Non è così. Il presidente Macron ha fatto della difesa europea un grande priorità. Ha sostenuto la cooperazio­ne strutturat­a permanente in Europa, alla quale partecipa l’Italia. Abbiamo spinto la forza di osservazio­ne europea nel Golfo Persico, come la task force Takuba nel Sahel. Le nostre industrie della difesa cooperano strettamen­te».

Porterete la questione in quale sedi?

«Le dicevo prima della necessaria “autonomia strategica” per l’Europa. Noi avremo la presidenza europea il prossimo semestre e saremo impegnati su questo. Abbiamo accolto con interesse la proposta di von der Leyen di organizzar­e un vertice Ue sulla difesa europea per garantire sicurezza ai cittadini».

Il nostro rapporto con gli Usa deve essere equilibrat­o, di fiducia e che riconosca il ruolo dell’Europa

E al proposito che fine ha fatto il Trattato del Quirinale tra Italia e Francia?

«Si sta lavorando per firmare il Trattato entro fine anno. Ci sarà anche il tema della cooperazio­ne sulla difesa. Come dice il presidente Draghi: “Non c’è sovranità nella solitudine”. Un forte richiamo all’Europa che ha bisogno e deve sapere di chi fidarsi».

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