«L’America deve riconquistare la fiducia dell’Unione europea»
L’ambasciatore a Roma Masset: va ricucito lo strappo nell’Indo-Pacifico
Una sigla, Aukus, che è significato sì perdere per la Francia una commessa da 50 miliardi di euro per 12 sottomarini, ma che è stato come aprire una sorta di vaso di Pandora delle relazioni diplomatiche internazionali. E che probabilmente avrà effetti sugli equilibri mondiali tra nazioni e superpotenze, aree di influenza e presidi geografici.
Dall’Atlantico all’Europa, la reazione di Parigi ha fatto risuonare non semplicemente l’irritazione per essere stati tenuti fuori da un processo di consolidamento di nuove alleanze nell’area indopacifica, ma anche il fatto che l’Europa sia presa in considerazione come potenza globale. È lo sviluppo dell’«autonomia strategica» dell’Europa (quella attenzione agli interessi Ue a cominciare dalla sicurezza e difesa), che interessa Christian Masset, oggi ambasciatore della Francia a Roma. Appare preoccupato di come si discuta di Aukus (è quella sorta di mini Nato nell’area dell’Indo Pacifico, tra Australia, Regno Unito e Usa che prende il nome dalle iniziali dei tre Paesi, «Quello che è accaduto, al di là dello strappo di un contratto, è che si è rotta la fiducia tra partner, non solo per la Francia. Ma di quale rapporto gli Usa vogliono avere con l’Europa».
Ma l’accordo era con la Francia…
«L’Australia ha strappato senza preavviso un accordo strategico, di cui la fornitura dei sommergibili Attack era perno. Solo lo scorso agosto era stato ribadito il sostegno tra i rispettivi ministri della Difesa e degli Affari esteri francesi e australiani. Un comportamento che non voglio nemmeno qualificare».
Sì, ma l’Europa che c’entra?
«Con l’Aukus gli Stati Uniti hanno rotto il rapporto di fiducia non solo con la Francia ma con tutta l’Europa. In questa vicenda, come si è detto, non abbiamo visto l’America
is back ma la continuazione dell’America First. È già accaduto così con l’Afghanistan con un ritiro deciso senza alcuna consultazione».
Quello che è accaduto in Afghanistan è chiaro, ma in questo caso?
«In questo caso l’Aukus di fatto nega il ruolo che può svolgere l’Europa nell’IndoPacifico. E quell’accordo è stato annunciato lo stesso giorno in cui la Commissione europea presentava la sua strategia in quell’area, che è importantissima per l’Europa. Ci sono mercati essenziali per le nostre imprese, linee marittime vitali per le nostre economie. La libertà di commercio e di navigazione è fondamentale, la stabilità di questa regione è cruciale per l’Europa. Pensi solo che le maggiori compagnie marittime sono europee».
Ma questo in concreto cosa significa?
«Significa che il nostro rapporto con gli Stati Uniti deve essere equilibrato, di fiducia e che riconosca l’Europa come protagonista vera. Vedo che i presidenti Macron e Biden si sono parlati e hanno avviato un processo di consultazioni».
E la reazione dell’Europa c’è stata. Ursula von der Leyen ha detto che la Francia è stata trattata in modo inaccettabile. E il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha parlato di mancanza di lealtà da parte degli Stati Uniti.
«Ciò dimostra che l’Europa ha compreso l’importanza della vicenda. Anche la Germania con il ministro degli Affari europei Roth ha detto che Aukus, dopo l’Afghanistan, è un campanello d’allarme. Il ministro Di Maio ha ricordato l’importanza dell’autonomia strategica europea. E il sottosegretario all’Europa Amendola ha sottolineato la portata europea della vicenda».
Ammetterà che in tema di sicurezza spesso la Francia ha mostrato di voler fare da sola…
«Non è così. Il presidente Macron ha fatto della difesa europea un grande priorità. Ha sostenuto la cooperazione strutturata permanente in Europa, alla quale partecipa l’Italia. Abbiamo spinto la forza di osservazione europea nel Golfo Persico, come la task force Takuba nel Sahel. Le nostre industrie della difesa cooperano strettamente».
Porterete la questione in quale sedi?
«Le dicevo prima della necessaria “autonomia strategica” per l’Europa. Noi avremo la presidenza europea il prossimo semestre e saremo impegnati su questo. Abbiamo accolto con interesse la proposta di von der Leyen di organizzare un vertice Ue sulla difesa europea per garantire sicurezza ai cittadini».
Il nostro rapporto con gli Usa deve essere equilibrato, di fiducia e che riconosca il ruolo dell’Europa
E al proposito che fine ha fatto il Trattato del Quirinale tra Italia e Francia?
«Si sta lavorando per firmare il Trattato entro fine anno. Ci sarà anche il tema della cooperazione sulla difesa. Come dice il presidente Draghi: “Non c’è sovranità nella solitudine”. Un forte richiamo all’Europa che ha bisogno e deve sapere di chi fidarsi».