Oggi l’ok: così cambia il processo penale
Al Senato passa il doppio voto di fiducia. Critico il M5S: pannicello caldo. Defezioni anche in Forza Italia
Doppio voto di fiducia anche al Senato per la riforma Cartabia sul processo penale che oggi attende il varo definitivo. È finita con 208 sì e 28 no nella prima votazione e 200 sì e 27 no nella seconda.. Con i voti contrari soprattutto tra FdI e Gruppo Misto. Qualche mal di pancia tra i Cinque Stelle: il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra, ha definito «pannicello caldo» i correttivi alla riforma, dichiarando: «Questo governo tiene poco all’azione di contrasto alle mafie. Perché chi avrà i soldi potrà ricorrere all’improcedibilità». Matteo Renzi invece rilancia: «Ottimo primo passo», ora occorre andare avanti, contro il «vergognoso strapotere della magistratura» in una situazione «che si colloca nel momento più tragico della storia del potere giudiziario». Cosa taciuta, denuncia, perché «siamo in molti a rinunciare al gusto della verità per paura».
Una cinquantina gli assenti. Uno era proprio lui, il leader di Italia viva, che ha annunciato: «Voteremo con convinzione» la riforma che «toglie la riforma Bonafede». Ma ha votato solo la prima fiducia. È mancato all’appello, ingiustificato, anche il leader della Lega, Matteo Salvini. Tra i Cinque Stelle sono risultati assenti ingiustificati in due. Ma anche in Forza Italia almeno in 4 hanno mancato la chiama. Cosa che generato il sospetto di una maretta interna a Forza Italia.
Oggi dovrebbe comunque diventare definitiva la riforma che ha generato forti tensioni all’interno della maggioranza proprio per l’istituzione dell’improcedibilità. Un nuovo istituto per il quale il reato non si prescrive più, ma il processo si estingue alla scadenza di due anni per l’Appello e uno per la Cassazione, prolungabili rispettivamente di un anno e di sei mesi per fascicoli di particolare complessità. Proroghe fortemente volute dal M5S che possono essere sempre concesse dal giudice nei processi per particolari categorie di reati, mafia, terrorismo, violenze sessuali, traffico di stupefacenti, e per due volte nei processi per i reati ad aggravante mafiosa. Per le impugnazioni proposte fino a fine 2024 è previsto un regime transitorio che allunga ulteriormente i termini base a tre anni (in Appello) e un anno e mezzo (in Cassazione).
La ministra Cartabia ieri in un saluto inviato al webinar organizzato da Di Re (Donne in rete contro la violenza) ha scritto: «Le riforme del processo civile e del processo penale contengono norme attente ai problemi della violenza di genere». Ma non basta. «L’introduzione del Tribunale delle persone, della famiglia e dei minorenni intende restituire omogeneità alle decisioni complesse e delicate che incidono sul tessuto familiare e sulla vita dei minori indifesi rispetto alla violenza agita dagli adulti».