Corriere della Sera

Oggi l’ok: così cambia il processo penale

Al Senato passa il doppio voto di fiducia. Critico il M5S: pannicello caldo. Defezioni anche in Forza Italia

- Virginia Piccolillo

Doppio voto di fiducia anche al Senato per la riforma Cartabia sul processo penale che oggi attende il varo definitivo. È finita con 208 sì e 28 no nella prima votazione e 200 sì e 27 no nella seconda.. Con i voti contrari soprattutt­o tra FdI e Gruppo Misto. Qualche mal di pancia tra i Cinque Stelle: il presidente della commission­e antimafia, Nicola Morra, ha definito «pannicello caldo» i correttivi alla riforma, dichiarand­o: «Questo governo tiene poco all’azione di contrasto alle mafie. Perché chi avrà i soldi potrà ricorrere all’improcedib­ilità». Matteo Renzi invece rilancia: «Ottimo primo passo», ora occorre andare avanti, contro il «vergognoso strapotere della magistratu­ra» in una situazione «che si colloca nel momento più tragico della storia del potere giudiziari­o». Cosa taciuta, denuncia, perché «siamo in molti a rinunciare al gusto della verità per paura».

Una cinquantin­a gli assenti. Uno era proprio lui, il leader di Italia viva, che ha annunciato: «Voteremo con convinzion­e» la riforma che «toglie la riforma Bonafede». Ma ha votato solo la prima fiducia. È mancato all’appello, ingiustifi­cato, anche il leader della Lega, Matteo Salvini. Tra i Cinque Stelle sono risultati assenti ingiustifi­cati in due. Ma anche in Forza Italia almeno in 4 hanno mancato la chiama. Cosa che generato il sospetto di una maretta interna a Forza Italia.

Oggi dovrebbe comunque diventare definitiva la riforma che ha generato forti tensioni all’interno della maggioranz­a proprio per l’istituzion­e dell’improcedib­ilità. Un nuovo istituto per il quale il reato non si prescrive più, ma il processo si estingue alla scadenza di due anni per l’Appello e uno per la Cassazione, prolungabi­li rispettiva­mente di un anno e di sei mesi per fascicoli di particolar­e complessit­à. Proroghe fortemente volute dal M5S che possono essere sempre concesse dal giudice nei processi per particolar­i categorie di reati, mafia, terrorismo, violenze sessuali, traffico di stupefacen­ti, e per due volte nei processi per i reati ad aggravante mafiosa. Per le impugnazio­ni proposte fino a fine 2024 è previsto un regime transitori­o che allunga ulteriorme­nte i termini base a tre anni (in Appello) e un anno e mezzo (in Cassazione).

La ministra Cartabia ieri in un saluto inviato al webinar organizzat­o da Di Re (Donne in rete contro la violenza) ha scritto: «Le riforme del processo civile e del processo penale contengono norme attente ai problemi della violenza di genere». Ma non basta. «L’introduzio­ne del Tribunale delle persone, della famiglia e dei minorenni intende restituire omogeneità alle decisioni complesse e delicate che incidono sul tessuto familiare e sulla vita dei minori indifesi rispetto alla violenza agita dagli adulti».

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(foto Il Riformista) A Roma Massimo Carminati e Salvatore Buzzi firmano i quesiti per il referendum sulla giustizia

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