Gli short in lino, nuovo pezzo forte «Capi fatti per durare in eterno»
Lavorazioni e materiali antispreco. Marenzi (Herno): siamo già sopra le vendite del 2019
C’è voglia di femminilità e di colore; le forme sono fluide, ma più vicine al corpo. «Dopo tanto tempo abbiamo voglia di sentirci un po’ sexy, ma sempre raffinate», racconta Carolina Cucinelli, mostrando la nuova collezione del brand di Solomeo, tesa a enfatizzare le lavorazioni artigianali e i materiali speciali. Il monocolore trasmette un’eleganza sicura, il mix di tessuti crea un effetto tridimensionale e tra i colori rassicuranti del brand spiccano rosso, celeste, giallo. Ecco il completo in camoscio, l’abito in maglia trompe l’oeil (è una gonna con top), lavorazione in due cicli, l’armatura a punto catenella e la copertura di macro paillettes che conferisce energia. Il cardigan Opera sperimenta la raffia «trattata e ammorbidita» come fosse un filato, 26 ore di lavorazione per creare punti presi dai pull dello sport. È abbinata allo short in lino, pezzo forte della primavera estate 2022. «Sono capi che vuoi far durare per sempre e questo lo abbiamo imparato dalla pandemia», interviene papà Brunello. «Le vendite? il Paese è finalmente di nuovo credibile e questo è molto importante per gli investitori. Noi siamo tornati a crescere del 20% e il 2022 — in base alle vendite appena chiuse — immaginiamo possa rivelarsi molto interessante». «C’è un entusiasmo contagioso, è la frenesia della ripartenza», gli fa eco Claudio Marenzi, patron di Herno, davanti a piumini peso piuma e impermeabili in nylon taffetà dai colori vitaminici: rosa, fucsia, verde militare, arancio, rosso, accanto al bianco. «Effettivamente il primo semestre del ‘22 si prospetta migliorativo rispetto al 2019: nel 2025, quando tutto tornerà normale, sarà come aver perso due compleanni». Ci sono i buyer e i giornalisti internazionali, mancano però gli asiatici, assenza che pesa, anche se compensata dal fatto che, non potendosi muovere, comprano i prodotti italiani in casa loro. E l’Italia è passata al primo posto nell’export di prodotti di lusso, sbaragliando tutti, Francia compresa, come osservava Carlo Capasa presentando i giovani che hanno la possibilità di esporre e vendere alla Rinascente. Da Krizia il direttore creativo Antonio D’Anna racconta l’heritage dinamico uscito dallo studio degli archivi della grande Mariuccia Mandelli: la pantera è stampata sul top in Pvc che pare una diapositiva proiettata sul corpo. Il cappotto con tagli e catene-armatura è in seta cruda non lavata. E riecco gli amati microshort di Krizia, in poliestere giapponese plissettato e accoppiato, indossati con la giacca a scatola abbinata, nuova eleganza giovane che piace a tutti. La moda ricerca lo spirito fresco degli Anni ‘60, Mila Schön ripropone l’abito a colonna indossato da Mina nella versione lunga e corta, un azzardo di artigianalità, in lana crêpe ultralight, lavorato in double con intarsi di linee nere.
Bikkembergs con una performance degli Art of Sool presenta la capsule sostenibile (pure per etichette e tag) con le stampe street art. Anche Furla per i 10 anni ripropone il bauletto Candy in versione eco, in plastica riciclata coloratissima, come un totem porta fortuna. Borbonese recupera le rimanenze di nastri logati dai magazzini e ne fa raffinate shopping bag e cappelli da pescatore. Anche il lusso vuole essere più empatico. Valextra ripropone il borsello anni ‘60 in versione tracolla unisex e allegra. La borsa Iside si arricchisce di una copertura antipioggia e c’è anche la versione in cashmere. I magici Seventies ispirano Cesare Casadei che copre di seta fiorita (Mantero) e glitter i platform al grido di Let’s dance!