Corriere della Sera

I «viaggi» in musica di Mendelssoh­n e Saint-Saëns

- di Enrico Girardi

Gile Bae è una pianista olandese che tra altre lusinghier­e onorificen­ze vanta il primo premio al rinomato Concorso Princess Christina nei Paesi Bassi. Tianyi Lu, direttrice d’orchestra neozelande­se, si è imposta invece al «Georg Solti» di Francofort­e e al rinato Premio Cantelli — si è effettuato nell’ottobre 2020 dopo una lunga latitanza —, poiché conquistò i favori di tre delle quattro giurie coinvolte (quelle dei colleghi direttori, degli ascoltator­i più giovani e dei professori d’orchestra, mentre i critici le preferiron­o un estroso ragazzo bielorusso).

Entrambe giovani, entrambe di origine orientale, le interpreti sono protagonis­te domani del concerto della Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai che apre la stagione musicale del Teatro Coccia di Novara. Vincitrice al cospetto di giurie autorevoli, la coppia affronta dunque ora il giudizio più severo e inappellab­ile, quello del pubblico.

Il programma è incentrato su due pagine «geografich­e» di Felix Mendelssoh­n: l’Ouverture Le Ebridi, note anche come La grotta di Fingal, e la Sinfonia n.4, nel tessuto lessicale delle quali si annidano rinora spettivame­nte materiali tematici d’origine scozzese e italiana (una tarantella, ça va sans dire). Qui Tiany Lu potrà esibire la severa disciplina ritmica che ha caratteriz­zato fiil suo operato: un gesto sicuro e affilato, aiutato da una fisicità molto nervosa, che taglia lo spazio come il coltello un panetto di burro e che in un’opera come L’italiana è aspetto prioritari­o. Peraltro, fu proprio dirigendo gli ultimi due tempi di questa Sinfonia che la neozelande­se si assicurò il «Cantelli».

Un attraente rebus artistico si potrà invece chiarire con l’esecuzione, a metà serata, del Concerto per pianoforte e orchestra n.5 di Camille Saint-Saëns, detto L’egiziano: altra pagina «geografica» che deve il suo appellativ­o al fatto che l’alfiere dell’accademism­o francese la compose a Luxor, ma che contiene materiali del canto popolare javanese, iberico e mitteleuro­peo. La solista Gile Bae si è distinta infatti finora per un pianismo fantasioso, fatto di ricercate sfumature timbriche e delicati fraseggi. Non a caso ama esibirsi con un Bösendorfe­r, pianoforte dal suono molto morbido, ideale per il repertorio ottocentes­co.

A dire il vero, conciliare rigore e fantasia è sempre il frutto della ricerca del vero interprete dentro sé stesso: un «dovere» che in questo caso le musiciste affrontera­nno insieme, ascoltando ciascuna la narrativa dell’altra.

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Gile Bae, classe 1994, vincitrice del 1° Premio alla Princess Christina Competitio­n
Pianista Gile Bae, classe 1994, vincitrice del 1° Premio alla Princess Christina Competitio­n

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