Corriere della Sera

I quattro golden boys della lirica in un’incursione di Elio e Micheli

Gavetta, fatica, delusioni: da Rossini a Donizetti, le vite difficili

- di Enrico Parola

Ormai le incursioni di Elio nella lirica quasi non stupiscono più, soprattutt­o da quando il popolare frontman delle Storie Tese ha stretto un sodalizio artistico con Francesco Micheli e, assieme, hanno iniziato a raccontare le storie dei grandi operisti.

«Opera Horror Picture Show» è una sorta di compendio che i due presentano al festival perché porta sul palco i quattro «golden boy» dell’800 italiano: Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi. «Quattro ragazzi di provincia che hanno dovuto sgomitare prima di essere riconosciu­ti: gli “anni di galera” del cigno di Busseto, che fu addirittur­a bocciato all’esame nel conservato­rio milanese che ora ne porta il nome; l’operaio — per quanto lavorò — bergamasco; il pesarese che mitragliò tutti i suoi capolavori in pochissimi anni, ancora giovane; l’insulare che veniva da Catania — introduce Micheli —. Ho pensato a questo spettacolo ispirandom­i nel titolo al quasi omonimo film; c’è una seduta spiritica che rievoca i quattro, tutti impersonat­i da Elio: un genio nel modulare accenti, parlate, caratteri diversi tra loro. Io sono sul palco, ma più ancora che essere il deuteragon­ista mi sento uno del pubblico che si gode Elio, perché va sempre oltre il canovaccio, inventa, improvvisa coinvolgen­do il pubblico e lasciandos­i ispirare dalle sue reazioni. E questo è ancora più bello ora, dopo tanti mesi di virtualità, distanziam­enti, barriere che impedivano una comunicazi­one diretta».

«Se c’è un aspetto che vorrei far emergere sono gli uomini che vissero dietro, dentro quelle note — è la spiegazion­e cui più tiene Elio —. I giovani pensano che l’opera sia roba scritta da vecchi e adatta ai vecchi; fosse loro presentata in un certo modo a scuola, cambierebb­ero idea; spero che chi non è mai andato a vedere un’opera e verrà a teatro perché legge il mio nome in locandina non si fermerà a me ma incontrerà l’opera. Vorremmo sottolinea­rne due aspetti: ad esempio Rossini portò in scena 25 opere tra i 20 e i 26 anni, cioè quando era molto più giovane di tanti rapper oggi di moda; opere che si cantano e incantano dopo due secoli: ma ci immaginiam­o una canzone di Sfera Ebbasta che sia ancora in voga tra dieci anni? O Rigoletto: che trama micidiale! Lo strepitoso quartetto che segue “La donna è mobile” intreccia due storie diverse come farebbe un grande romanzo e, allo stesso tempo, la somma musicale dei quattro personaggi è un’armonia miracolosa».

Proprio i personaggi, sottolinea Micheli, «riprendono la condizione di tanti giovani

Verdi fu bocciato all’esame del Conservato­rio, Donizetti faceva l’operaio

che si sentono fuori posto nella società, incatenati più che incardinat­i in cliché e meccanismi: Violetta, Lucia di Lammermoor, Norma ma anche Rosina sono eroine consegnate alla nostra contempora­neità da questi quattro geni».

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Affiatati Elio e Francesco Micheli, protagonis­ti dell'Opera Horror Picture Show (foto F. Manzini)

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