La Juve va col brivido
Segna e viene rimontata dallo Spezia Chiesa e De Ligt scacciano la paura
Non lotterà per la salvezza, ma per ottenere la sua prima vittoria dopo 450’ (più recupero) la Juventus deve rimontare lo Spezia con uno sforzo che a tratti è sembrato quasi eccessivo per le sue attualità possibilità. Decidono i «giovani che non sono giovani ma inesperti», in realtà colpi di mercato milionari e giocatori già abbondantemente con la scorza necessaria per ribaltare l’ennesima serata storta, in un caldissimo e storico stadio di provincia.
Kean indirizza la serata con il suo primo gol da quando è tornato alla base, ma Gyasi prima e Antiste nella ripresa dipingono il terrore sulle facce di una squadra che prende gol in serie A da 19 partite consecutive. Locatelli salva davanti alla porta il possibile 3-1 dell’indiavolato Antiste e a quel punto tocca a Chiesa prendersi sulle spalle i compagni a lungo tremebondi, segnando il 2-2 con una giocata delle sue, a tagliare la trequarti, per poi colpire nel cuore dell’area. Mentre è De Ligt a uscire dall’ennesima mischia col tiro da tre punti.
Una vittoria di pura volontà è chiaramente sempre meglio di niente e c’è poco da fare gli schizzinosi («Qui le campane suonano a morto, non si può scherzare» dice Allegri, lamentandosi delle occasioni scialacquate da McKennie), ma cercare un filo conduttore dentro una partita della Juve per adesso è come addentrarsi in un labirinto, fatto di poche idee e anche confuse. E di una chimica di squadra che ancora non si vede: «Dobbiamo divertirci di più» sintetizza Max. Ma per farlo serve uno spartito più accattivante.
«Meno male che abbiamo vinto una partita di sofferenza, altrimenti pensavamo di essere diventati bravi — chiosa Allegri —. Siamo stati anche un pizzico fortunati sul salvataggio sulla linea ed è stata la partita in cui abbiamo rischiato di prendere il terzo gol. Siamo in un momento di poca serenità, ci sono da migliorare tante cose. Chiesa? Non dovevo aspettare risposte né da lui né da nessuno, vedo i giocatori tutti i giorni».
L’elettricità dell’azzurro, che va a recuperare un pallone sulla bandierina del corner e si inventa l’azione del 2-2, riaccende una partita complicata da un avversario privo di 5-6 potenziali titolari, con un terzino riadattato mediano e un centravanti del 2002 che viene dalla B francese.
Allegri stavolta trova risposte convincenti dalle sostituzioni, ma per capire se la scossa è quella giusta c’è la Sampdoria domenica, all’ora di pranzo, avversario e orario scivolosi. Se il centrocampo bianconero continua a far girare il pallone a ritmi così blandi e se l’unica giocata codificata è il lancio di Bonucci (da cui scaturisce in effetti l’1-0 di Kean), allora sarà dura trovare non solo il passo da scudetto. Ma anche quello da Champions.
Allegri 1
Abbiamo sofferto, meglio, così non penseremo di essere diventati bravi
Allegri 2
Risposte da Chiesa? Non ne aspettavo da nessuno, li vedo lavorare tutti i giorni