Il metodo Spalletti Gerarchie mobili e compiti precisi
Gli stimoli non mancano, e se Roberto D’Aversa punta a scoprire i punti deboli del Napoli («perché ci sarà pure una lacuna nella loro organizzazione», ha detto), Luciano Spalletti resta guardingo e respira l’aria d’alta quota in rigoroso silenzio. La sfida alla Sampdoria è già una rincorsa al primo posto in classifica, ma è soprattutto la prova numero cinque per testare la forza mentale del gruppo.
Squadra che vince non si cambia, Spalletti adatta a se stesso il dogma Boskov, e cambia il meno possibile. Zielinski e Lozano, uniche due riserve d’eccezione ma finora fuori condizione, tornano nell’undici titolare. In buona sostanza, l’allenatore conferma la volontà di affidarsi alle certezze, all’attacco esplosivo guidato da Osimhen che finora ha portato tutti gli attori protagonisti a finire nella lista dei marcatori. Quanto alla difesa, neanche ci pensa a modificare l’assetto che l’ha resa finora la meno battuta d’Italia. Reparto comandato da Koulibaly, tornato anche goleador e leader tecnico. L’uomo per il quale Spalletti si sarebbe incatenato pur di non farlo andar via. Ci è riuscito a tenerselo stretto, lui come anche Insigne e gli altri in odore di partenza fino a un mese fa. Le proiezioni future sono ancor più incoraggianti, a questa squadra manca ancora Mertens, il bomber dei record con 131 gol con la maglia del Napoli.
Equilibrio e armonia, dunque: queste le condizioni che hanno portato il Napoli a ritrovarsi a punteggio pieno e a credere, piuttosto che a sognare, che l’obiettivo stagionale possa stavolta essere realmente ambizioso. La rivoluzione «spallettiana» sta nella selezione rigida della squadra titolare, ma anche nella volontà di far sentire tutti responsabili: le gerarchie sono mobili, ma fino a un certo punto e chi subentra ha la sua fiducia. Luciano non si nasconde, riconosce il valore della rosa che ha disposizione e non vuole commettere passi falsi. Cammina con i piedi di piombo, ha bisogno di ulteriori verifiche e la trasferta di Marassi diventa fondamentale proprio in quest’ottica.
L’obiettivo adesso è centrare cinque vittorie su cinque, mantenere la vetta solitaria che al Napoli mancava dai tempi di Sarri. La Sampdoria è in salute, reduce dal primo successo contro l’Empoli. L’arrivo di D’Aversa sulla panchina coincide con l’avvio di un nuovo ciclo: «Contro il Napoli non possiamo permetterci alcuna distrazione, voglio ferocia e concentrazione limitando gli errori e sfruttando al massimo ogni occasione che ci verrà concessa».