Video di Meloni: linciaggio contro di noi
Lo sfogo social per l’inchiesta su FdI: attacco studiato a tavolino. E non accetta l’invito di Formigli in trasmissione
Nel silenzio elettorale, che per legge dovrebbe accompagnare la giornata del voto, si leva un grido. È quello di Giorgia Meloni, che alle 8 di mattina posta un video su Facebook e su tutte le altre piattaforme social in cui chiede ai suoi elettori, simpatizzanti e a chiunque sia rimasto colpito dall’inchiesta di Fanpage sul suo partito, di starla «ad ascoltare». Ed è un fiume in piena. Per ben sette minuti e 22 secondi, col volto e la voce induriti dalla rabbia, la leader della destra cerca di smontare non tanto la sostanza di quello che emerge — ostentazioni di fascismo, battute a sfondo antisemita, evocazioni filonaziste e tentativi di finanziamenti in nero per FdI —, ma quello che considera un complotto seguito da un «linciaggio in contumacia».
«Non c’è niente di cui mi debba vergognare. Quello che penso è che, per quanto si possa fingere di non vederlo, era tutto studiato, scientificamente, a tavolino. Non da Fanpage, ma da un intero circuito, o circo, se vogliamo». La convinzione è che non siano casuali i tempi, i modi, la visibilità data al reportage della testata online: «Tre anni di giornalista infiltrato, 100 ore di girato, dalle quali vengono estrapolati 10 minuti di video tagliati e cuciti arbitrariamente, piazzati in prima serata a due giorni dalle elezioni in modo tale che finissero sui giornali nel giorno di silenzio elettorale», punta il dito.
Mentre a sera Giuseppe Conte le rimprovera di aver attaccato Virginia Raggi per l’incendio del ponte dell’Industria a Roma anziché censurare le aggressioni ai militanti del M5S e «dichiarare che rinunci e ripudi nel modo più assoluto quel 5% di cui ragiona tal Jonghi Lavarini», la Meloni rinnova la richiesta di avere l’intero sbobinato dell’inchiesta «per sapere esattamente come siano andate le cose e come si siano comportate le persone coinvolte». Niente sconti a chi ha sbagliato, promette: «Le immagini hanno colpito anche me, chiedo quei video anche e soprattutto per andare a fondo della vicenda, perché noi siamo parecchio rigidi sulle regole di comportamento dei nostri dirigenti». Ma, accusa, «il direttore di Fanpage (che smentisce di aver mai pronunciato la parola, ndr) ha risposto che la mia richiesta è “oscena”. Cosa c’è che non si può mostrare in quei video? Cosa c’è che non devo vedere?».
Ma la Meloni chiede anche che il video sia diffuso durante la prossima puntata di Piazzapulita, che ha mandato in onda l’inchiesta. E il conduttore Corrado Formigli immediatamente la invita in trasmissione: «Ci sarà anche il direttore di Fanpage. Le porrò delle domande. Ascolteremo le sue risposte. Si chiama informazione». Proposta che però Meloni respinge, almeno fino a quando non le sarà fornito tutto lo sbobinato dell’inchiesta, anche dalla stessa Piazzapulita. E però il direttore di Fanpage ribadisce che se la prima puntata sarà acquisita dalla magistratura, del resto non se ne parla: è frutto di un lavoro di cui la testata si assume ogni responsabilità.