Corriere della Sera

La chiamata ai carabinier­i, la droga e i soldi La doppia versione nell’indagine su Morisi

L’ex spin doctor potrebbe essere ascoltato in settimana

- Di Giusi Fasano e Fiorenza Sarzanini

Anche il ragazzo rumeno vuole essere ascoltato. È pronto a consegnare il cellulare

L’indagine dovrà chiarire chi abbia procurato il flacone di Ghb che aveva Petre

Luca Morisi potrebbe essere interrogat­o questa settimana. L’ex responsabi­le della comunicazi­one social di Matteo Salvini ha presentato istanza alla Procura di Verona attraverso il suo difensore Fabio Pinelli per essere ascoltato al più presto. E la stessa richiesta di fornire la propria versione sarà depositata dall’avvocata Veronica Dal Bosco, legale di Petre, l’escort di 20 anni che trascorse con lui e con un altro ragazzo rumeno la notte del 14 agosto nell’appartamen­to di Palazzo Moneta a Belfiore, in provincia di Verona. I due sono indagati per cessione di stupefacen­ti, il flacone di Ghb, la «droga dello stupro» trovata nello zaino del giovane. Ma entrambi negano di averla procurata e il confronto a distanza servirà a chiarire chi dica la verità. Non solo.

I cellulari

Perché Petre si dice pronto a consegnare ai magistrati il cellulare dove sostiene di aver memorizzat­o copia delle conversazi­oni avvenute via WhatsApp per prendere gli accordi prima dell’incontro e lo scambio di messaggi con l’amico che era stato contattato da Morisi su Grindr, un sito specializz­ato per gli incontri a pagamento. Nuovi dettagli di una vicenda segnata da molti punti ancora oscuri e per la quale Morisi, al di là dell’esito dell’inchiesta, ha già deciso di abbandonar­e ogni incarico nella Lega. Lui che con la micidiale «Bestia» — macchina di comunicazi­one strategica che ha contribuit­o al successo politico di Salvini grazie alla conquista di milioni di follower — aveva puntato molte campagne proprio contro chi si droga e contro gli stranieri.

La droga

L’indagine dovrà chiarire chi abbia procurato il flacone di Ghb, che Petre aveva con sé e ha fatto scattare la denuncia per cessione di stupefacen­ti per tutti e due. Ma verifiche sono in corso anche sulla cocaina. Petre ha detto «ne abbiamo consumata tanta» e Morisi non lo ha negato anche perché nel suo appartamen­to i carabinier­i ne hanno trovato traccia su due piatti e un avanzo di 0,31 grammi che lui stesso ha consegnato. Ma chi l’ha procurata? Indagini attraverso i tabulati telefonici sono in corso per rintraccia­re il pusher. Non risultano precedenti segnalazio­ni nei confronti di Morisi per uso personale di stupefacen­ti, ma la quantità di quella sera fa presumere che si tratti di un consumator­e abituale. «Il flacone di droga liquida non l’ho procurato io», ha già fatto sapere attraverso l’avvocato Pinelli lasciando così intendere che siano stati i due rumeni a portarlo.

L’accordo

Nelle interviste Petre ha raccontato che l’accordo preso con Morisi prevedesse per la serata «l’uso di molta droga» e di non aver ricevuto tutti i soldi. Il pomeriggio del 14 agosto i tre si sono però ritrovati a litigare in strada e alla fine il rumeno ha chiamato i carabinier­i sostenendo che «c’è stato un furto». Qual era davvero il patto? È vero che Morisi accreditò ai due giovani 2.500 euro e avrebbe poi dovuto versarne altri 1.500? Oppure sono stati loro ad alzare il prezzo e lo hanno ricattato che se non avesse pagato di più lo avrebbero denunciato? Morisi è un personaggi­o pubblico, sembra strano che abbia deciso di non pagare la cifra richiesta e abbia lasciato che fossero i due rumeni a chiamare i carabinier­i. E anche dopo, quando è stato portato in caserma per accertamen­ti, non risulta abbia detto di essere stato minacciato.

Gli interrogat­ori

Ecco perché gli interrogat­ori dei due — ma anche dell’altro rumeno che si fa chiamare Alexander — saranno decisivi per rimettere a posto i tasselli dell’inchiesta e attribuire eventuali responsabi­lità penali. Se Morisi riuscirà a dimostrare che non è stato lui a cedere la Ghb la sua posizione potrebbe essere archiviata. Rimane per lui la questione politica, tanto che il primo settembre ha comunicato a Salvini le dimissioni che il leader della Lega ha accolto. Scelta evidenteme­nte condivisa all’interno del Carroccio e rispetto alla quale appare davvero difficile che possa fare retromarci­a.

 ?? ?? Il profilo
Luca Morisi, 48 anni, laureato in Filosofia, autodefini­tosi «digital philosophe­r e socialmega­fono», ha curato per 9 anni la comunicazi­one del leader della Lega Matteo Salvini. Il 23 settembre, quando è stata resa nota la notizia delle sue dimissioni, ha detto: «Ho delle fragilità esistenzia­li irrisolte»
Il profilo Luca Morisi, 48 anni, laureato in Filosofia, autodefini­tosi «digital philosophe­r e socialmega­fono», ha curato per 9 anni la comunicazi­one del leader della Lega Matteo Salvini. Il 23 settembre, quando è stata resa nota la notizia delle sue dimissioni, ha detto: «Ho delle fragilità esistenzia­li irrisolte»

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