Corriere della Sera

«Grandi e pericolosi, ritirateli» Il nuovo flop dei banchi anti virus

Fuori dalla norma antincendi­o 110 mila postazioni, in 136 scuole. L’operazione costerà 172 mila euro

- Fabio Savelli

Banchi monoposto un po’ più lunghi del previsto. Non in grado di rispettare il distanziam­ento tra i ragazzi, perché di 74 centimetri e non di 60, la misura massima consentita. Banchi soprattutt­o non anti incendio, nel rapporto con la superficie di metri cubi della classe, e dunque potenzialm­ente pericolosi per i ragazzi.

Soprattutt­o un ritiro di emergenza — rivelato dal quotidiano Il Tempo — di 110mila banchi in 136 diversi istituti in tutta Italia, affidato alla struttura commissari­ale guidata dal generale Francesco Figliuolo. Tramite un assegno di 172.987,08 euro al netto dell’Iva staccato dallo stesso Commissari­ato alla ditta di trasporti Jet Air Service Spa, iscritta alla Camera di commercio italo-cinese. Per ritirare i banchi in fretta e furia, visto il suo rapporto consolidat­o con le rotte del Far East che le ha permesso di gestire in passato anche le spedizioni di attrezzatu­re sanitarie, come mascherine e dispositiv­i medici, dalla Cina verso

Fornitura

Una classe arredata con i nuovi banchi monoposto acquistati dalla vecchia struttura commissari­ale l’Italia. Dopo i banchi a rotelle, commission­ati dall’allora ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e usati col contagocce dalle scuole, ora il caso dei monoposto. Sul tavolo inevitabil­mente c’è la gestione delle forniture della vecchia struttura commissari­ale guidata dall’ex commissari­o all’emergenza (e numero uno dell’agenzia per lo sviluppo Invitalia) Domenico Arcuri.

Per mitigare i potenziali rischi nelle scuole che li avevano in dotazione, ci sarebbe stato un vertice il 6 luglio scorso che ha coinvolto la struttura tecnica del ministero, guidato ora da Patrizio Bianchi. Si sarebbe deciso di procedere alla rimozione in previsione del nuovo anno scolastico e perciò è stata contattata la nuova struttura commissari­ale che gestisce i conti delle forniture in questa fase emergenzia­le.

Per farlo è stata necessaria una determina, datata 21 settembre, che ha steso il piano logistico per ritirare questi arredi realizzati dalla portoghese Nautilus che sottoscris­se due contratti durante la gestione Arcuri. Il primo, da 2,2 milioni, per la fornitura di 70mila sedie. Il secondo, da 7,3 milioni, appunto per questi 110mila banchi non a norma, soprattutt­o se il loro numero all’interno di una classe sia superiore alla superficie di metri cubi totale consentita per la legge anti-incendio.

Fonti della vecchia gestione rilevano però che il contratto di fornitura con la portoghese Nautilus era di solo 37mila banchi, di cui 6mila non erano stati accettati dai dirigenti scolastici per le dimensioni eccessive. Erano stati scelti da una commission­e tecnica in cui figuravano anche due membri del ministero dell’Istruzione e uno dell’Inail. La portoghese Nautilus era finita da tempo nel mirino tanto che la vecchia struttura commissari­ale aveva deciso di rescindere il contratto 19 ottobre 2020 perché la merce veniva consegnata in ritardo. Quel che invece è certo è che il cambio di passo tra le due strutture, deciso il 1° marzo dal governo Draghi, determina inevitabil­mente un’eredità sugli approvvigi­onamenti che si scopre giorno dopo giorno. Le procedure di emergenza dettate dalla crisi sanitaria hanno imposto una politica di accentrame­nto. Ora l’ennesimo conto a carico di tutti.

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