Putin e i milioni alla colf, le ville dei re Ecco la babele dei «Pandora Papers»
Da Abdallah di Giordania a Shakira: svelati giganteschi giri di denaro nei paradisi fiscali
I tesori nascosti da 14 capi di Stato o di governo tuttora in carica: dal re di Giordania Abdallah II al presidente russo Vladimir Putin; le ricchezze occultate dagli ex leader della politica mondiale, come il britannico Tony Blair e poi i patrimoni imboscati dalle pop star come Shakira o Julio Iglesias. Le rivelazioni dei cosiddetti «Pandora Papers» sono destinate a scuotere la politica e l’opinione pubblica mondiale, come accadde nel 2016 con i «Panama Papers». È il risultato di un’inchiesta condotta da oltre 150 testate raccolte nell’«International Consortium Investigative Journalists», che comprende, tra gli altri,
Washington Post, Bbc e Guardian (L’Espresso per l’Italia). Questo team ha ottenuto più di 11,9 milioni di documenti su circa 29 mila conti custoditi nei paradisi fiscali e gestiti da 14 società di consulenza.
Viene fuori la mappa dei buchi neri della finanza mondiale, dove spariscono fortune per miliardi: da Dubai a Singapore alle Isole Vergini. Attenzione anche alle zone franche negli Stati Uniti, dal South Dakota al Delaware. Anche questa volta, però, l’epicentro è Panama, con lo studio di avvocati Alcogal.
Nel nome di Putin
Nell’elenco dei «Pandora Papers» figurano 46 oligarchi russi, più il nome di Svetlana Krivonogick, 46 anni, cui farebbe capo una società offshore che ha comprato una casa lussuosa affacciata sul porto di Montecarlo. L’affare fu concluso nel 2003. All’epoca Svetlana, una ragazza che faceva le pulizie in un hotel, aveva appena avuto una bambina nata da una relazione con Vladimir Putin. Il presidente russo non ha mai riconosciuto la figlia. Tuttavia dalle carte ora risulta che Svetlana abbia a disposizione oltre 100 milioni di dollari.
Le ville dei re
Negli ultimi anni la Giordania ha ricevuto ingenti aiuti finanziari e militari dagli Stati
Uniti. Ma in parallelo il suo sovrano, Abdallah II, si dedicava a un frenetico shopping immobiliare, appoggiandosi a società offshore per comprare tre ville con affaccio sull’Oceano Pacifico, in California; un’elegante townhouse a a Washington; un’altra residenza a Londra. Totale dell’investimento: 106 milioni di dollari. I legali di Abdallah II
fanno sapere che non ci sono state irregolarità e che il re non ha usato soldi destinati all’assistenza sociale.
Il retrobottega europeo
Ci sono anche i politici europei. Andrej Babis, premier della Repubblica Ceca, è in campagna elettorale, con una piattaforma populista ed euroscettica. Era già un miliardario prima di entrare in politica nel 2011, guidando un movimento anti-élite. Ora risulta che nel 2009 comprò segretamente un castello vicino a Cannes, in Francia, sborsando 22 milioni di dollari con una triangolazione tra le Isole Vergini Britanniche, Washington e una società immobiliare di Monaco. Volodymyr Zelensky, presidente dell’UcraiUna na dal 2019, protagonista involontario dell’impeachment di Trump, sarebbe azionista di una società con base nelle Isole Vergini che controlla imprese di produzione e distribuzione cinematografica. Prima di essere eletto, Zelensky annunciò che avrebbe rinunciato agli affari, trasferendo le sue azioni all’amico Sergiy Shefir. Anche Milo Djukanovic, presidente del Montenegro, nel 2012 si è rivolto a una fiduciaria per costituire nelle Isole Vergini due «trust», società che possono nascondere l’identità del beneficiario.
Presidenti, sultani, star
Il catalogo non ha confini. C’è Uhuru Kenyatta, presidente del Kenya dal 2013, con circa 30 milioni di dollari messi al riparo in una fondazione di Panama; Oppure Guillermo Lasso, presidente dell’Ecuador, con una rete di almeno 10 trust e fiduciarie sempre a Panama, oltre che in South Dakota e Delaware. Ancora Sebastian Piñera, presidente del Cile che possiede due società nelle Isole Vergini Britanniche. Le rivelazioni continueranno nei prossimi giorni. Verranno fuori altri dettagli anche su personaggi dello spettacolo, della moda,dello sport, come Elton John, Claudia Schiffer, Shakira, Carlo Ancelotti, nonché sul boss della camorra Raffaele Amato.
È il risultato del lavoro condotto su milioni di documenti di 29 mila conti correnti offshore