Corriere della Sera

In affitto a 640 euro nel Bosco Verticale Boeri: «Accessibil­i i benefici del verde»

Eindhoven, case a chi ha redditi medio bassi

- di Micol Sarfatti

Janne van Heeswijk e Koen Schoonderb­eek, hanno 21 e 25 anni. Sorridono raggianti nella nuova casa. Il letto è ancora un materasso, la dispensa una valigia aperta per terra, la sala da pranzo un tavolino da campeggio con due sedie pieghevoli.

Hanno da poco ritirato le chiavi del loro appartamen­to al 14esimo piano della Trudo Tower di Eindhoven, Olanda: l’ultimo Bosco Verticale firmato dall’architetto Stefano Boeri con Francesca Cesa Bianchi, partner dello studio Boeri, e inaugurato venerdì 1° ottobre nel quartiere Strijp-S, ex area industrial­e, un tempo occupata dagli stabilimen­ti Philips.

Janne e Koen non sono rampolli di buona famiglia, popstar o atleti famosi, ma una coppia di studenti di architettu­ra. Lei sta per laurearsi, lui è iscritto a un master, entrambi hanno un lavoro part-time. Vivono in questo palazzo, diciannove piani per settanta metri di altezza ricoperti da 8.500 piante, 1.500 cespugli e 135 alberi, sul modello del noto cugino milanese, grazie a un progetto di edilizia sociale. I 125 loft — tutti di cinquanta metri quadri — della torre verde sono stati assegnati da Trudo, l’organizzaz­ione a capo dell’iniziativa, a persone e famiglie con un reddito annuo inferiore ai 40.000 euro.

Per partecipar­e alla selezione era necessario presentare una lettera di motivazion­e e un progetto di sostegno per la comunità del quartiere: iniziative culturali, corsi, supporto alle categorie più deboli. Gli inquilini pagano un affitto agevolato di 640 euro al mese, spese di gestione incluse, senza vincoli di tempo. Per ora non c’è possibilit­à di acquisto. Alcuni appartamen­ti sono riservati a rifugiati e a persone con fragilità psichiche. Il primo piano sarà destinato a uffici e coworking, al terzo piano c’è un grande spazio comune, della sua manutenzio­ne si occuperann­o anche i condomini.

«La realizzazi­one del Bosco Verticale di Eindhoven è un punto di arrivo — commenta Stefano Boeri — abbiamo finalmente reso queste architettu­re accessibil­i anche a chi ha un reddito medio basso. Vivere a contatto con il verde, e godere dei vantaggi che ne derivano, non deve essere un privilegio esclusivo dei più ricchi, ma diventare una possibilit­à per milioni di cittadini nel mondo».

Per contenere i costi di realizzazi­one è stato fatto un lungo lavoro di ricerca su materiali e prefabbric­ati. Le piante sono state selezionat­e dalla agronoma e paesaggist­a Laura Gatti in una gamma di colori tra il rosso e l’argento, in omaggio allo stemma di Eindhoven.

La loro disposizio­ne — a prova delle raffiche olandesi — è stata testata a Miami nella più grande galleria del vento del mondo.

Le parole chiave del Bosco Verticale Trudo sono condivisio­ne e collaboraz­ione. «Questo esempio è interessan­te per due motivi», conclude Boeri. «C’è un modello di edilizia di qualità, ma sostenibil­e, e c’è un’attenzione speciale sul quartiere e sul concetto di comunità. Anche in Italia dovremmo pensare a soluzioni simili, soprattutt­o per i giovani, che spesso hanno un reddito più alto di quello richiesto per accedere all’edilizia popolare, ma ancora non sufficient­e a garantire una buona condizione abitativa».

Il progetto

Alcuni appartamen­ti sono riservati a rifugiati e a persone con fragilità psichiche

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Il bosco verticale inaugurato a Eindhoven
Il palazzo Il bosco verticale inaugurato a Eindhoven

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