Il Milan vicino alla perfezione Calabria apre dopo 28’’, Atalanta fulminata Tonali si candida: «Per noi conta solo lo scudetto»
Rossoneri a due punti dal Napoli primo a punteggio pieno
Lucido e spietato, il Milan annichilisce l’Atalanta e risponde al Napoli dentro una partita piena di cose buone: la personalità, il gioco verticale, la capacità di non perdere equilibrio nei momenti, inevitabili, di difficoltà. Il gol di Calabria, un terzino, dopo appena 28 secondi, è uno schema provato in allenamento e favorisce la seconda della classe, ma il Milan è convincente in tutte le zone del campo ed evidenzia la crescita continua dei singoli dentro un collettivo diventato solidissimo: Maignan, con tre formidabili parate nel cuore del primo tempo, scaccia il fantasma di Donnarumma; Tonali, autore del raddoppio, è sempre più padrone del centrocampo e Kessie, sino adesso molto discusso, dà una bella risposta a chi pensa che sia distratto dal contratto. Ma non solo. Le scorribande di Theo Hernandez ispirano il primo e il terzo gol, firmato da Leao nell’ultimo quarto d’ora e Diaz è sempre più nel cuore del gioco. Una lezione severa, anche di Pioli a Gasperini. L’Atalanta si sveglia troppo tardi e i due gol, il rigore di Zapata e la rete di Pasalic proprio alla fine, non cambiano la sostanza della partita. Il Milan va alla sosta con 19 punti e nell’era dei tre punti solo un’altra volta (2003-2004) era partito così bene. Un bel segnale. Anche se siamo solo alla settima giornata e i giudizi non possono essere definitivi, il Diavolo dà l’impressione di avere le carte in regola per lo scudetto anche senza Ibra e Giroud, i vecchietti che torneranno dopo la sosta.
Pioli sceglie di far giocare Kessie dopo l’espulsione di martedì con l’Atletico, una mossa psicologica prima ancora che tecnica, a fianco del sontuoso Tonali. La prima verticalizzazione di Theo manda in tilt la difesa bergamasca, Palomino si fa prendere in controtempo, Maehle non chiude sul cecchino Calabria e Musso respinge male il primo tiro del terzino. Il raddoppio, al tramonto del primo tempo, è un suicidio dei bergamaschi. Freuler si fa rubare palla davanti alla propria area, consentendo a Tonali di colpire con freddezza. L’Atalanta ha solo una manciata di minuti di grande reattività in cui fa i conti con Maignan. Il portiere francese, nel giro di sei minuti, è superlativo due volte su Zapata, che ci prova prima di piede e poi di testa e sul tiro angolato di Zappacosta. L’infortunio di Pessina frena la spinta bergamasca e dà modo al Milan, che non rinuncia mai alle ripartenze, di colpire.
Nel secondo tempo Gasperini arretra De Roon nel cuore della difesa per far posto in mezzo al campo a Koopmeiners e dopo meno di un’ora tenta con Muriel e Ilicic. Ma è il Milan a creare le occasioni migliori e allungare ancora con Leao. Sul 3-0 il Diavolo ha il torto di lasciarsi andare. Messias, all’esordio, con un fallo di mano (pescato dalla Var) provoca il rigore trasformato da Zapata e poi si lascia sfuggire Zappacosta nell’azione del 3-2 di Pasalic. Poco male. Vale di più la frase convinta di Tonali alla fine: «Lo scudetto è il nostro unico obiettivo».