Corriere della Sera

Né rinvio, né tamponi calmierati Draghi avanti sulla sua linea

Per il premier resta l’obiettivo del 90% di vaccinati Ma si allargano le divisioni nella maggioranz­a

- di Marco Galluzzo

La posizione di Mario Draghi è molto netta. Non solo non può essere accolta la richiesta di un rinvio dell’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro, ma per Palazzo Chigi anche l’ipotesi che si arrivi a tamponi gratuiti è impossibil­e e non solo perché giudicata politicame­nte sbagliata, in questo caso in linea con Confindust­ria, ma forse anche per questioni di costo. La stima sarebbe un onere per lo Stato di almeno 500 milioni di euro al mese.

E se è da escludere, al moma mento, anche la strada dei prezzi calmierati, l’ipotesi più concreta è che il governo intervenga allargando il credito d’imposta per le imprese che decidano di pagare i tamponi per i propri dipendenti. Il credito è oggi al 30%, potrebbe essere ampliato almeno sino al 50%. In ogni caso nessuna decisione è stata ancora presa.

Il capo del governo lo dice prima ai sindacati, che riceve a Palazzo Chigi per limare il decreto sulla sicurezza sul lavoro. Vuole prima monitorare i dati dei prossimi giorni: concedersi dunque un periodo di osservazio­ne per una valutazion­e compiuta. Ma la possibilit­à di intervenir­e sul credito di imposta è stata discussa e giudicata, ad una privalutaz­ione, come positiva.

Anche se oggi il Consiglio dei ministri è convocato con all’ordine del giorno la Legge di bilancio, il decreto fiscale e il decreto che ha ad oggetto la sicurezza sul lavoro, è molto probabile che nella sua collegiali­tà l’esecutivo discuta del tema.

Una discussion­e che potrebbe allargare la distanza fra i partiti della maggioranz­a: Cinque Stelle e Lega premono infatti per un intervento deciso del governo prima possibile, a favore dei lavoratori privi di green pass, con prezzi calmierati o addirittur­a con tamponi gratuiti, come evidenziat­o ieri dalle dichiarazi­oni di Giuseppe Conte e Matteo Salvini.

Partito democratic­o e Forza Italia invece sono meno propensi ad assumere delle responsabi­lità nei confronti di coloro che hanno rifiutato la vaccinazio­ne. Per Enrico Letta per esempio chi parla di gratuità dei tamponi per coloro che non si sono vaccinati discute nei fatti di un «vero e proprio condono».

A Palazzo Chigi si valutano anche i numeri e si fanno delle stime. Sarebbero 3,8 milioni i lavoratori non vaccinati, secondo la fondazione Gimbe, e da oggi il numero di tamponi potrebbe moltiplica­rsi in modo esponenzia­le, passando da poco più di un milione di cittadini a settimana ad almeno sette milioni. Potrebbe esserci anche un problema di approvvigi­onamento e di tenuta del sistema? Nel governo lo escludono: da oggi partirà un monitoragg­io, ma la convinzion­e è che «il sistema è in grado di reggere ad aumento delle richieste di tamponi».

Le rigidità del presidente del Consiglio rispetto alle ipotesi di slittament­o dell’obbligo di green pass sul lavoro sono dovute anche ai numeri della campagna di vaccinazio­ne: l’obiettivo è quello di arrivare al 90% di italiani vaccinati e in questo caso la decisione sull’obbligo può anche servire a far cambiare idea a migliaia di cittadini che ancora non si sono vaccinati.

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(Ansa) A Palazzo Chigi Il presidente del Consiglio Mario Draghi, 74 anni, ieri durante l’incontro sulla sicurezza sul lavoro con i leader dei sindacati

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