Corriere della Sera

Task force per fare i test Un’unità di crisi per gestire le emergenze nella logistica

- Di Andrea Ducci

ROMA «Credo che andrà meglio di quanto pensiamo. Certo in questo momento a preoccupar­e c’è il porto di Trieste, ma noi affrontere­mo la questione, così come l’abbiamo affrontata finora. La posizione corretta è quella indicata dal governo, condivisa da Confindust­ria e dalle organizzaz­ioni sindacali, per cui non credo ci possa essere una dittatura di una minoranza». A riassumere l’approccio al via del green pass obbligator­io per accedere ai luoghi di lavoro è Michelange­lo Agrusti, presidente Confindust­ria Alto Adriatico. «Oggi si può lavorare negli uffici e nelle fabbriche perché ci sono 40 milioni di italiani vaccinati, se viviamo una situazione molto diversa da quella dello scorso anno, lo dobbiamo proprio ai vaccini. Detto questo siamo attrezzati e pronti a fare fronte, dove possibile, alle eventuali mancanze di personale e cercheremo di resistere», ammette Agrusti.

Il timore più diffuso all’interno delle imprese resta quello di registrare rallentame­nti o blocchi temporanei dell’operativit­à. «In alcuni casi basta poco: se, per esempio, uno o più tecnici specializz­ati sono no-vax, la produzione di un impianto potrebbe risentirne». Agrusti, d’altra parte, non fa mistero che dietro il tema dei vaccini si nasconde un malessere più profondo all’interno della società e del sistema produttivo italiano. «Non è solo il lascito della pandemia: il precedente decennio di stagnazion­e ha generato un sistema che per molti è diventato iniquo, per questo motivo la coesione sociale fatica a tenere. Una riflession­e — sottolinea Agrusti — che la politica e le parti sociali dovranno affrontare». Ma, intanto, dal punto di vista operativo le imprese si dicono pronte a gestire lo spartiacqu­e che scatta da oggi. «Abbiamo una task force riunita e pronta a intervenir­e su vari fronti, a cominciare dalla possibilit­à di recepire eventuali provvedime­nti del governo, per la logistica, per esempio, si parla di nuove circolari. Noi nell’immediato siamo pronti», conferma il presidente di Confindust­ria Alto Adriatico.

Il settore della logistica è quello che più allarma, perché è l’ambito che registra il più elevato tasso di lavoratori non vaccinati. «È un comparto dove abbiamo alcune posizioni ormai radicalizz­ate, con accenni estremi, seppure al momento senza fenomeni di violenza. Per questa ragione siamo in contatto quotidiano con i prefetti, inoltre abbiamo dato l’indicazion­e ai nostri imprendito­ri di raccordars­i con la situation room costituita dalla nostra associazio­ne territoria­le per Trieste, Gorizia e Pordenone. L’obiettivo è avere sotto controllo eventuali situazioni critiche in singole realtà produttive. L’importante — dice Agrusti — è che prevalga il buon senso, perché nessuno vuole comprimere il diritto a non vaccinarsi. Nei posti di lavoro dobbiamo, insomma, contribuir­e ad allentare le tensioni di questi giorni». Il buon senso, del resto, è quello che sembra prevalere tra le imprese alberghier­e. «Nel nostro settore — spiega Bernabò Bocca, presidente di Federalber­ghi — la grande maggioranz­a dei dipendenti è vaccinata, per cui il tema del green pass non dovrebbe presentare alcuna criticità. Naturale che se a non vaccinarsi è una cameriera, si tratta di una figura facilmente sostituibi­le, mentre se un ca

poservizio o uno chef decidono di non vaccinarsi può sorgere qualche difficoltà operativa». Federalber­ghi confida sull’opera di sensibiliz­zazione svolta nei confronti dei lavoratori del settore. «Gli hotel sono aziende di servizio, dove i dipendenti vengono a contato con il cliente e quest’ultimo, ovviamente, predilige un albergo dove tutti sono vaccinati, piuttosto che uno dove non lo sono», constata Bocca, avvalorand­o così l’idea di un percorso lineare verso la gestione del green pass obbligator­io sul posto di lavoro.

Una linearità che nel caso di Gerardo Iamunno, ceo di Albatros e presidente del comitato internazio­nalizzazio­ne di Unindustri­a Lazio, ha garantito la vaccinazio­ne di tutti i dipendenti nei due stabilimen­ti di Spilimberg­o (Pordenone) e Paliano (Frosinone). «Siamo abbastanza tranquilli.

Negli ultimi sei mesi abbiano predispost­o riunioni e incontri per fare comprender­e alle nostre persone perché vaccinarsi poteva essere la scelta giusta. Come risultato possiamo contare sul 100% dei dipendenti vaccinati, sebbene ci siano state perplessit­à e riflession­i talvolta laboriose. Alla fine però i dubbiosi hanno capito che senza il vaccino avrebbero creato difficoltà ai loro colleghi». In totale Albatros, azienda attiva nel settore wellness, con la produzione di vasche da bagno, mini piscine, saune, occupa circa cinquanta dipendenti. «Domani, (oggi, ndr) faremo tutte le verifiche sui green pass in azienda. Abbiamo già messo gli avvisi nelle bacheche e tutto avverrà in un clima di serenità».

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In alto da sinistra Michelange­lo Agrusti, presidente Confindust­ria Alto Adriatico, Bernabò Bocca, presidente Federalber­ghi e Gerardo Iamunno, ceo di Albatros
Chi sono In alto da sinistra Michelange­lo Agrusti, presidente Confindust­ria Alto Adriatico, Bernabò Bocca, presidente Federalber­ghi e Gerardo Iamunno, ceo di Albatros

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