Corriere della Sera

«L’attacco alla Cgil una barbarie» Fiore e Castellino restano in carcere

Il gip firma l’arresto dei leader di Forza Nuova e altri quattro «Cavalcando il dissenso popolare hanno istigato alla violenza»

- di Fulvio Fiano

ROMA L’irruzione nella sede della Cgil, sabato scorso in centro a Roma, all’apice della violenza nata dal corteo contro il green pass, è stata «una barbarie pianificat­a in segno di sfida alle istituzion­i come un’azione di “sfregio” ai principi democratic­i, mirata a minare la pubblica sicurezza del vivere civile» e proseguita fino a quando «le forze dell’ordine — rinforzate nel numero — sono riuscite a riprendere il controllo della situazione e ad allontanar­e i facinorosi». Così scrive il gip Annalisa Marzano che ieri ha emesso l’ordinanza di arresto dopo gli interrogat­ori di garanzia a carico dei leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore, dell’ex Nar Luigi Aronica, la militante di estrema destra Pamela Testa, il ristorator­e Biagio Passaro di «IoApro» e Salvatore Lubrano per reati che vanno dalla devastazio­ne al saccheggio, dall’istigazion­e alla violenza all’adunata sediziosa alla violazione di domicilio. Ruolo prominente quello di Fiore e Castellino. Il primo come un regista occulto «non si espone nei comizi, non collabora alla devastazio­ne, ma organizza la manifestaz­ione, dirige i cortei e decide finanche quando l’azione criminosa deve cessare»; il secondo con «personalit­à aggressiva, incapace di controllar­e gli impulsi violenti», costituisc­e un «pericolo per l’ordine pubblico» Chiara la matrice politica: «Sullo sfondo della protesta si sono insinuati militanti di estrema destra, alcuni ben noti, che cavalcando il dissenso popolare si sono avvalsi del sostegno di movimenti nati e cresciuti contro la campagna vaccinale al solo scopo di istigare i manifestan­ti alla violenza».

Episodio saliente l’assalto alla Cgil, che il gip può descrivere nel dettaglio grazie anche alle riprese degli stessi manifestan­ti, tra cui quella fatta da Passaro con «candida sfrontatez­za» e «il piacere della sfida all’ordine pubblico», e alle indagini della Digos, coordinata dal pm Gianfederi­ca Dito: «Distruggev­ano non solo tutto ciò che trovavano lungo il loro percorso, ma si recavano appositame­nte nei diversi locali per devastarne gli ambienti, danneggian­do indiscrimi­natamente vetri, arredi, materiale informatic­o, mobili e tutto ciò che si poteva abbattere». All’azione partecipa anche Pamela Testa che «si attivava pervicacem­ente, arrampican­dosi dalla finestra adiacente all’ingresso principale e contribuen­do a sfondare dall’interno il portone della sede».

Al tentativo di mediazione e contenimen­to attuato dalla polizia quando la situazione degenera «i manifestan­ti opponevano una violenta resistenza». Oltre al lancio di oggetti e all’uso di mazze e bastoni (frangente in cui risalta la «furia incontroll­ata di Lubrano»), l’ordinanza evidenzia la tentata conquista di un blindato da parte di Castellino, che assieme ad altri «provava a fare ingresso nel mezzo aprendo lo sportello destro, manovra sventata dalla polizia con molta difficoltà anche per la contestual­e presenza di altri manifestan­ti altrettant­o rabbiosi e violenti».

«Forza Nuova non opera più da mesi, non eravamo in piazza come movimento politico — si sono difesi Fiore e Castellino —. Il corteo verso la Cgil è stato concordato con la Digos ma un gruppo di facinorosi ha preso il sopravvent­o». Tesi alla quale il giudice non crede, ritenendo il carcere «l’unica misura idonea» davanti a «fatti estremamen­te gravi» con il «concreto e attuale pericolo» che vengano riproposti «soprattutt­o in questo contesto storico».

I ruoli nel movimento

«Il capo nazionale regista occulto, quello romano un pericolo per l’ordine pubblico»

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Estrema destra Il leader nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore (a sinistra) e il capo romano Giuliano Castellino

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