La sfida Michetti-Gualtieri, ultimi appelli per sedurre gli elettori di Raggi e Calenda
Oggi le interviste su «Corriere Tv»: duello su squadra e programmi
ROMA Il «professore» punta alla «connessione sentimentale con i romani e le romane», il «tribuno» si ispira alla Dc di Alcide De Gasperi, partito «interclassista contrario a ogni violenza». Negli ultimi confronti prima del ballottaggio Enrico Michetti e Roberto Gualtieri, oltre a contendersi gli elettori di Carlo Calenda e Virginia Raggi, provano a convincere gli indecisi (al primo turno l’astensione ha superato il 50%).
Oggi pomeriggio, per la chiusura della campagna elettorale, l’avvocato amministrativista sarà in Campo de’ Fiori con i leader della coalizione: secondo i rumors potrebbe intervenire con un videomessaggio o una telefonata Silvio Berlusconi. L’ex ministro dell’Economia sarà invece in piazza del Popolo con il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, e il neosindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Nel testa a testa — Michetti è al 30%, in vantaggio di soli tre punti — conteranno i programmi, la squadra, la tenuta dopo la maratona «strada per strada», ma nella volata finale gli sfidanti, intervistati da Corriere Tv, spingono sull’empatia.
Gualtieri rilancia la «città dei 15 minuti» e il ruolo internazionale di Roma, accreditandosi come sindaco «competente» in grado di assicurare alla città un «governo di qualità». Grato degli endorsement ricevuti, non teme sgambetti (la sindaca uscente si è dichiarata neutrale): «Penso che l’elettorato di Raggi e Calenda sceglierà di sostenere le nostre proposte». Dallo studio puntiglioso dei dossier — irripetibili le occasioni del Giubileo ed Expo 2030 — all’umanizzazione del proprio ruolo: «Starò in Campidoglio, ma continuerò a girare nei quartieri».
Michetti, che si definisce «un uomo civico dalle mani libere», blinda la formazione (Simonetta Matone vicesindaca, Vittorio Sgarbi assessore alla Cultura, Guido Bertolaso commissario ai Rifiuti e al Giubileo): «La sinistra non ha una squadra, magari sono i soliti giochi di palazzo ma la trasparenza conta». Convinto di poter pescare voti nel bacino di grillini e calendiani, riconosce alcuni meriti agli sconfitti: «Nel programma di Calenda la dimensione internazionale della città e il ripristino del decoro sono punti spendibili. Raggi su Expo ha fatto un lavoro eccellente».
Riguardo alle frasi sulla Shoah, per le quali si è già scusato come «atto di cortesia», precisa: «Quando parlavo di eccellenze finanziarie non mi riferivo al mondo ebraico, ma al fatto che le vittime delle Foibe purtroppo non le hanno avute e sono rimaste sommerse per 50 anni:
nessuno ha riconosciuto quel martirio perché erano poveri disgraziati senza alcun potere». Le polemiche sul green pass vedono il «tribuno» propendere per un’altra soluzione: «È una prescrizione nazionale, un sindaco deve rispettarla, ma bisognerebbe avere il coraggio di porre l’obbligo vaccinale che, di fatto, già esiste». Per Gualtieri è invece «uno strumento fondamentale per la salute e la ripartenza». Nel faccia a faccia su Sky Tg 24 la diversità dei candidati si riflette anche nelle figure che vorrebbero in giunta, scelte in un pantheon immaginario. Gualtieri indica la direttrice del Cern Fabiola Gianotti, la cantante Elodie e Zdenek Zeman. Michetti preferisce Giulio Andreotti, la Sora Lella e Ottaviano Augusto.
Maria Egizia Fiaschetti