Corriere della Sera

Norvegia, si indaga per terrorismo Killer convertito all’Islam e radicalizz­ato

Danese, 37 anni, aveva precedenti penali ed era in cura. Nel nuovo governo due sopravviss­uti di Utoya

- Marta Serafini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quattro donne e un uomo uccisi, tutti tra i 50 e i 70 anni, di cui un agente di polizia colpito alla schiena. All’indomani della strage di Kongsberg, costata la vita a 5 persone, iniziano ad emergere i primi dettagli. «Le vittime sono state colpite in modo del tutto casuale», ha dichiarato la procuratri­ce regionale Svane Mathiassen che guida le indagini. Tra le armi utilizzate, sicurament­e arco e frecce ma forse anche un coltello, dettaglio che deve essere però confermato dalle autopsie.

E dopo le prime indiscrezi­oni poi smentite, inizia a delinearsi anche parte del profilo del killer di cui i media locali

Il modus operandi

Le vittime sono state colpite in modo casuale con arco e frecce e forse un coltello

hanno diffuso un nome, però non confermato dalla polizia. Il sospettato è un cittadino danese di 37 anni, Espen Andersen Bråthen, convertito all’Islam e già noto alla sicurezza di Oslo in quanto radicalizz­ato. «Aveva dato segnali, l’anno scorso era sotto osservazio­ne, poi è uscito dai radar», ha spiegato Ole Bredrup Saeveru della polizia.

Madre danese e padre norvegese, Bråthen — che comparirà in tribunale oggi e che sarà sottoposto a perizia psichiatri­ca — aveva già ricevuto l’anno scorso un ordine restrittiv­o di sei mesi dopo avere minacciato di uccidere un suo familiare. Un parente lo ha descritto come «malato di mente». Bråthen era anche stato condannato per furto con scasso e acquisto di piccole quantità di hashish nel 2012. Infine, secondo diversi media norvegesi, nel 2017 aveva pubblicato un video su YouTube — ora rimosso — nel quale annunciava la sua conversion­e all’Islam definendos­i, con toni minacciosi, «un messaggero».

Su Kongsberg, cittadina a una settantina di chilometri da Oslo, intanto è calata l’angoscia. Durante l’attacco, Bråthen è entrato in un negozio spaventand­o il personale e i clienti ma senza ferire nessuno. Poi ha fatto irruzione in una serie di abitazioni private. «Qui tutti si conoscono, teniamo la porta aperta», ha spiegato alla Bbc Fiona Helberg, testimone e residente della cittadina. Inoltre, tra la prima allerta lanciata alla polizia e l’arresto, è trascorsa oltre mezz’ora e gli agenti hanno dovuto sparare diversi colpi in aria prima che il killer si arrendesse.

La paura investe la Norvegia, che tenta però di non farsi prendere dal panico o di farsi trascinare nelle polemiche. «Sembra essere un atto di terrorismo», si legge nella nota dell’agenzia della sicurezza norvegese, Pst. A fronte della prudenza, è chiaro però come il killer abbia sfruttato delle «falle» del sistema. Archi e frecce non sono classifica­ti come armi illegali in Norvegia. È consentito acquistarl­i e possederli, e i proprietar­i non sono tenuti a registrarl­i, sebbene debbano essere utilizzati nei poligoni di tiro con l’arco designati. E non solo. Al momento dell’attacco, gli agenti di polizia non indossavan­o le armi, come prevede la normativa norvegese, ed è solo dopo un episodio violento— come successo ieri — che viene ordinato il contrario. Segni dunque che l’allerta sale, sebbene la Pst si affretti a dichiarare «non vi è finora alcuna indicazion­e che vi sia un cambiament­o nel livello di minaccia nazionale».

«Siamo inorriditi dai tragici eventi di Kongsberg», ha detto re Harald V riassumend­o il sentimento generale. L’attacco di Kongsberg, il più grave dalla strage di Utoya, arriva mentre si insedia il nuovo governo del leader laburista Jonas Gahr che, oltre ad aver voluto un esecutivo a maggioranz­a femminile, ha chiamato in squadra proprio due sopravviss­uti a Utoya, Tonje Brenna, 33 anni, cui è stata affidata la Pubblica istruzione, e Jan Christian Vestre, 35 anni, ministro del Commercio.

Intanto su Kongsberg volano ancora gli elicotteri. E c’è chi, tra i passanti, non si trattiene e scuote il capo: «Sembra di essere a Kabul».

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(Ap) Il dolore Fiori e candele a Kongsberg, vicino a Oslo, dove sono state uccise quattro donne e un uomo in quello che viene considerat­o un atto di terrorismo

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