Corriere della Sera

Mascherine, il metodo Di Donna «Così attirava gli imprendito­ri»

Roma, l’inchiesta sul legale. «Spendeva la sua vicinanza con l’allora premier Conte»

- Ilaria Sacchetton­i © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA Luca Di Donna, già collega dell’ex premier Giuseppe Conte, e i suoi soci, gli avvocati Gianluca Esposito e Valerio De Luca, indagati per traffico di influenze, avevano messo a punto il loro metodo: servirsi dei motori di alcuni enti di ricerca per contattare imprendito­ri in cerca di autopromoz­ione e di appalti. Quindi proporsi di accreditar­li con ministeri ed enti pubblici veicolando loro investimen­ti. Infine ottenere guadagni sulle

commesse andate in porto. Sono i carabinier­i del nucleo investigat­ivo a ricostruir­lo: «De Luca racconta (a un amico, ndr) di come abbia ingaggiato un imprendito­re di nome Antonio Colasante che dice essere titolare di un’importante azienda che però necessita di interlocuz­ioni di più alto livello con esponenti istituzion­ali». I due — De Luca

e il suo interlocut­ore — trattano l’eventualit­à di una quota d’ingresso da chiedere all’imprendito­re: «Ma ovviamente con l’amicizia che c’è non gli chiederà diecimila euro perché tanto... i guadagni ci saranno su altre cose speriamo...».

Anche con Giovanni Buini, imprendito­re che ha denunciato in Procura, Esposito e De Luca si rendono disponibil­i. Durante un appuntamen­to tra Buini, De Donna ed Esposito questi svela il proprio metodo: «Per farmi comprender­e chi avevo di fronte mi fece leggere un articolo di stampa che cercò su Internet in cui il Di Donna era dipinto come il fedelissim­o del capo del governo, Conte». Poi, sempre per sottolinea­re l’autorevole­zza del suo collega, aggiunge: «Esposito mi disse che lui e Di Donna, qualora ce ne fosse stato bisogno, avrebbero potuto agevolarmi o crearmi delle opportunit­à di lavoro con la presidenza del Consiglio, sempre facendo riferiment­o alla vicinanza del Di Donna al presidente del Consiglio». Altrove De Luca parla di imprendito­ri che da «sfigati» sono divenuti milionari grazie «al modello prof» con riferiment­o a Di Donna, che è professore di diritto.

Dalle carte emerge che nei giorni del grande affare sulle mascherine a Domenico Arcuri, ex commissari­o all’emergenza Covid, arrivò una serie di sms sia da Esposito che da Di Donna. Nove sms da Esposito a cui Arcuri rispose con appena 3 messaggini. E 12 da Di Donna a cui Arcuri scrisse solo due volte. Per l’occasione Mattia Fella, conoscente di Buini, comunica con Guido Bertolaso: «Sto cercando di avere un appuntamen­to tramite lo studio dell’avvocato Irti per vedere se riusciamo ad arrivare a una composizio­ne bonaria della vicenda» scrive sui problemi incontrati nell’appalto per la fornitura di mascherine.

L’obiettivo degli indagati è mettere a disposizio­ne dell’imprendito­re di turno un capitale di relazioni istituzion­ali di alto profilo: «Lui — dicono intercetta­ti i protagonis­ti — ha bisogno di entrare in un sistema Paese... che lui non è ancora accreditat­o invece nei mondi... nei salotti buoni». Intermedia­ri dei salotti buoni, insomma. Il progetto imprendito­riale viene solo dopo. Così, per fare un esempio, quando Esposito viene a sapere che Paolo Barletta, imprendito­re e socio della influencer Chiara Ferragni, pensa a un progetto per ristruttur­are un hotel di lusso a Maratea, gli propone di veicolargl­i un finanziame­nto di Invitalia».

Gli appalti

L’avvocato e i suoi soci prometteva­no l’ingresso «nei salotti buoni»

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Luca Di Donna, 42 anni, legale e docente alla «Sapienza»
Docente Luca Di Donna, 42 anni, legale e docente alla «Sapienza»

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