Corriere della Sera

I PARADOSSI DEGLI ASILI NIDO

- Di Gianpiero Dalla Zuanna

Tre miliardi del Pnrr saranno destinati ai nidi: vale la pena analizzarn­e gli aspetti economici, per spendere al meglio questa risorsa. Per dare cifre precise facciamo riferiment­o al Comune di Padova: un’indagine nazionale dell’Istat di qualche anno fa mostra che le cifre sono simili in tutto il Centro-Nord, mentre al Sud i costi sono un po’ più bassi. Nel quinquenni­o 2015-19, la spesa media annua per i nidi pubblici comunali di Padova è stata di 8 milioni e 150 mila euro, ossia 9 mila 400 euro annui pro-capite per gli 866 frequentan­ti (il 22% dei bambini padovani in età 6-35 mesi), costo coperto per il 19% dalle rette, per il 9% da contributi regionali e statali, per il 72% dal Comune. Sono proporzion­i pressoché immutate da vent’anni.

A Padova come in quasi tutti i Comuni italiani, reddito e Isee non sono criteri utilizzati per definire le graduatori­e di accesso ai nidi: conta il fatto che entrambi i genitori lavorino, il numero di figli minori, la presenza di disabilità... Gli oneri per le famiglie per l’accesso ai nidi pubblici comunali sono invece fortemente differenzi­ati secondo l’Isee: a Padova da 50 a quasi 500 euro mensili. Nel 2020 il 40% dei bambini padovani che frequentav­ano i nidi comunali provenivan­o da famiglie con Isee inferiore a 11.000 euro, e pagavano — complessiv­amente — solo il 22% del monte-rette.

È un primo paradosso: anche se Isee e reddito non sono criteri di accesso al nido, nei nidi padovani sono sovrarappr­esentati i bambini di famiglie con basso Isee. Ciò avviene per due motivi. Fra i criteri di accesso pesano caratteris­tiche spesso associate al disagio e alla povertà, come provenire da una famiglia numerosa o essere a carico di un solo genitore. Inoltre, le famiglie delle fasce Isee più elevate, se iscrivono i bambini ai nidi padovani privati, spendono cifre simili a quelle richieste per i nidi comunali. Quindi, le famiglie più povere sono concentrat­e nei nidi comunali, quelle più abbienti nei nidi privati, spesso preferiti anche per gli orari più flessibili. Non va bene, perché classi ben mescolate per ceto sociale giovano ai figli dei ricchi, ma ancor più ai figli dei poveri.

Si determina inoltre una forte sperequazi­one fra chi frequenta il nido comunale e chi no. Per ogni utente dei nidi comunali pubblici padovani, Comune/Stato/Regione versano più di 7.600 euro l’anno, per ogni utente di nido privato accreditat­o poco meno di 1.000 euro ogni anno (a fronte però di oneri aggiuntivi per i gestori), per i bambini che non vanno al nido (la maggioranz­a) non versano nulla, se escludiamo i bonus una tantum.

È un secondo paradosso: alcune categorie sono escluse dall’accesso al nido e dal relativo finanziame­nto, anche se a basso Isee, ad esempio le coppie con madre disoccupat­a e padre a basso reddito, perché non avere entrambi i genitori lavoratori abbatte il punteggio per l’accesso al nido.

C’è poi un terzo paradosso: il costo globale pro-capite per un nido pubblico comunale è quasi doppio rispetto a quello per un nido privato.

Alla luce di questi dati, i contributi pubblici per la cura dei bambini in età 0-2 andrebbero ripensati. Invece di costruire nuovi plessi, sarebbe opportuno e convenient­e moltiplica­re le convenzion­i con i nidi privati accreditat­i. Le nuove risorse disponibil­i potrebbero essere impiegate per finanziare le famiglie più povere con figli nei nidi convenzion­ati, estendendo i criteri tariffari in uso nei nidi pubblici. Questa scelta avrebbe molti vantaggi: anche nei privati convenzion­ati, i costi per le famiglie sarebbero proporzion­ali all’Isee; il costo pro-capite sostenuto dai Comuni diminuireb­be; nei diversi nidi (pubblici e privati) sarebbe meno sperequata la distribuzi­one per Isee. Questa scelta non sarebbe «di serie B», perché le ricerche mostrano che la soddisfazi­one dei genitori è la medesima per i nidi pubblici e privati. Ma soprattutt­o, l’allineamen­to dei costi dei servizi privati convenzion­ati a quelli pubblici favorirebb­e il rapido incremento della proporzion­e di bambini 0-2 frequentan­ti il nido, con effetti benefici sia sulla loro educazione e socializza­zione, sia sul rapido reinserime­nto delle madri nel lavoro retribuito.

Strategie

Converrebb­e avere più convenzion­i con strutture private accreditat­e

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