Corriere della Sera

Il consumator­e perde lo scettro?

- di Massimo Gaggi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

In ambulatori­o un cartello invita il pubblico a indossare la mascherina e a essere cortesi col personale. Comprensib­ile con tanti no vax arrabbiati in giro. Ma anche al ristorante e al bar, qui in America, spuntano messaggi simili: non prendeteve­la coi camerieri se il servizio è più lento. Le riviste dedicate alla gestione del personale come Human Resource Executive sono piene di racconti di dipendenti dei settori più diversi andati via per burnout: esauriti, esasperati. In era Covid il malessere dei lavoratori cresce a ritmi esponenzia­li. I dati ufficiali lo confermano: solo ad agosto 4,3 milioni di americani hanno lasciato l’impiego per cercare altro o per ritiro anticipato: il 2,9% della forza-lavoro.

Cambiano le cose anche in cielo: niente più steward accomodant­i coi passeggeri prepotenti: chi si comporta male all’arrivo è atteso dalla polizia. E le compagnie aeree, un tempo fedeli al motto «il cliente ha sempre ragione» ora solidarizz­ano con gli equipaggi: sono anche loro a corto di personale, soprattutt­o piloti. È diventato difficile sostituire non solo infermieri e insegnanti che si sentono troppo esposti: mancano cuochi, poliziotti per sostituire quelli che se ne vanno stufi di essere considerat­i nemici dei cittadini, autisti di camion. Per sostituire quelli dei bus scolastici il governator­e del Massachuse­tts ha chiesto aiuto alla Guardia Nazionale. Altrove si sono mobilitati i genitori degli alunni: guidano loro a turno.

Paure da Covid e sussidi, si dice, hanno dato più potere ai dipendenti rispetto al datore di lavoro, ma non è solo questo. II consumator­e, da oltre vent’anni vero sovrano di un’economia frictionle­ss nel quale a comandare è la domanda rispetto a chi deve cercare clienti per la sua offerta sovrabbond­ante di beni e servizi, si arrabbia ora che tutto non fila tutto più liscio come prima. L’equazione si è invertita: paga di più per un servizio peggiore. Mentre i produttori spendono di più, oltre che per l’infarto delle catene logistiche che abbiamo illustrato ieri, anche per l’esigenza di accontenta­re (con aumenti e migliori condizioni di lavoro) dipendenti che altrimenti se ne vanno. Si diceva che dipendesse dai generosi sussidi del governo, ma anche laddove sono finiti da tempo, il trend non è cambiato granché. Ora si aspetta la fine dell’effetto Covid. Forse, però, si delinea a un vero cambio di paradigma.

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