«Noi pedoni vorremmo di nuovo i marciapiedi liberi»
Faccio riferimento alla lettera di Lino Stoppani, Presidente di Epam e Fipe (Associazione milanese e Federazione nazionale pubblici esercizi Confcommercio) sul Corriere del 12 ottobre, dove si dice che da ben due mesi è stato firmato un patto sulla movida a Milano.
Vorrei chiedere sia al signor Stoppani sia al Prefetto, al Sindaco e altre istituzioni, se il patto prevede la restituzione dei marciapiedi ai pedoni e dei posti auto ai residenti. Ancora oggi, complice il bel tempo, gli spazi per chi va a piedi o in carrozzina sono invasi da tavolini e sedie, che di fatto vanno a moltiplicare la capienza dei locali, bar o ristoranti che siano. Forse qualcuno non si rende conto di cosa voglia dire vivere in ostaggio della movida, ma basterebbe leggere le lettere che ho visto sul Corriere in questi giorni. Se si crede che un’educazione «all’educazione» risolverebbe qualche cosa, siamo lontani dalla soluzione. Per i dehors gli esercenti hanno speso molti soldi raggiungendo il livello di vere e proprie opere edilizie. I locali di ristorazione hanno cancellato i negozi e i servizi di quartiere. La legge che ha liberalizzato le licenze è stata sbagliata. L’unica cosa è cambiarla nuovamente e distribuire questi locali in tutte le zone. Essendosi moltiplicati e ancora aprendosene continuamente di nuovi, possiamo testimoniare che la ristorazione è l’unico settore che non ha sofferto per la pandemia. Locali che aprono e chiudono: stupisce la quantità di soldi che di continuo vengono investiti nel settore.