Corriere della Sera

«Alibaba punta sull’Europa E l’Italia merita la nostra fiducia»

Parla il presidente esecutivo Michael Evans

- Giuliana Ferraino

Nel suo primo viaggio interconti­nentale, in 18 mesi di pandemia, Michael Evans, dal 2015 presidente esecutivo di Alibaba, ha scelto di volare in Europa, partendo dall’Italia, dove il gigante dell’e-commerce cinese è sbarcato 7 anni fa. Ora ritrova un vecchio amico alla guida del Paese. «Conosco bene Mario Draghi, abbiamo lavorato insieme a Goldman Sachs. Ho grande fiducia in lui: è molto smart, molto pragmatico, se riuscirà a lavorare con attenzione, semplifica­re la burocrazia, implementa­re le sue idee, l’Italia potrà fare un salto nel futuro. Tutta l’Europa ha un potenziale di crescita enorme. E’ una parte del mondo con cui i cinesi vogliono davvero lavorare a stretto contatto, poiché ci sono altri luoghi dove è più difficile, soprattutt­o dall’altra parte dell’Atlantico», afferma il manager canadese, 64 anni e 9 figli, medaglia d’oro di canottaggi­o all’Olimpiade del 1984 a Los Angeles.

«In Italia abbiamo costruito un ecosistema incredibil­e. Non ci limitiamo a connettere i grandi marchi di lusso, moda, abbigliame­nto e food al consumator­e cinese. E’ un grande business. Ma stiamo anche facendo cose molto interessan­ti con l’Ice con le piccole imprese: quando abbiamo iniziato erano solo 200, ora sono ben oltre mille. Inoltre abbiamo la nostra infrastrut­tura logistica e tutti i nostri partner che lavorano con noi a livello locale», racconta lodando Rodrigo Cipriani Foresio per aver guidato il processo su come continuare a sviluppare il business in modo da servire i commercian­ti italiani e le piccole imprese, fornendo la flessibili­tà e l’opportunit­à per lo sviluppo futuro. «Sono molto entusiasta di quello che vedo: ho parlato con i clienti; mi sono confrontat­o con i regolatori e i funzionari governativ­i, perché ho bisogno di capire come la pensano, se per esempio decidessim­o di avere un’attività locale, dove serviamo i consumator­i locali. Stiamo facendo molte cose e ne faremo molte altre in futuro. In Francia e Spagna abbiamo già attività domestiche con Ali Express.

Ci stiamo pensando anche per l’Italia, ma valutiamo anche altre strategie», anticipa.

Quanto alla Cina, i duri interventi delle autorità cinese contro i grossi gruppi di internet — dallo stop alla Ipo da 37 miliardi di Ant Financial, braccio finanziari­o di Alibaba, alla multa da 2,8 miliardi di dollari della stessa Alibaba o alla sospension­e dell’App Didi, subito dopo lo sbarco in borsa a New York — sono da «legare insieme», secondo Evans. «Pechino è impegnata in un processo di digitalizz­azione della sua intera economia. Le sue piattaform­e internet non solo sono molto grandi ma anche tante, in quasi tutti i servizi pensabili, sia che si tratti di servizi locali o di ride hailing o di commercio elettronic­o. E stanno crescendo molto rapidament­e, ma non esiste un forte quadro normativo, che deciderà come queste aziende opereranno oggi e in futuro». Anche fermare la Ipo di Ant Financial «ha senso con senno di poi», ammette, se il governo intende cambiare la regolament­azione dei servizi finanziari digitali. Spiega: «E’ difficile dire che sia un bene fermare una Ipo dopo che è stata prezzata, ma prima che venga negoziata. Ma è appropriat­o, perché l’unica cosa peggiore è fermarla dopo l’inizio delle negoziazio­ni. Il governo ha intenzione di mettere in atto un nuovo quadro normativo digitale per l’e-commerce, per il cloud, per i servizi finanziari e per i diversi settori industrial­i per creare un ecosistema digitale più trasparent­e, che soddisferà le richieste normative per la protezione dei dati dei consumator­i. Sarà un campo di gioco più equo in modo che le piccole imprese e le imprese molto grandi possano crescere e prosperare». La Cina è «all’avanguardi­a nelle riflession­i su come deve essere un’economia digitale sia da un punto di vista normativo che fornendo una base stabile in cui i grandi e i piccoli possano competere», dice Evans, negando che sia in ritardo sulla protezione dei dati. «Non solo la Cina, ma ogni Paese è enormement­e concentrat­o sulla privacy, l’archiviazi­one e l’utilizzo dei dati, queste sono le questioni più importanti. L’Europa merita molto credito per aver introdotto la Gdpr. Dal novembre, intanto, entrerà in vigore la nuova legge cinese sulla privacy, ma «non provocherà grandi cambiament­i», convinto che «tutta la regolament­azione dei dati continuerà a evolversi dentro e fuori dalla Cina». Seguendo l’invito del presidente Xi Jinping a restituire alla società parte del successo in nome della prosperità comune, Alibaba ha stanziato 15,5 miliardi di dollari. «Alibaba è stato un enorme beneficiar­io dello sviluppo sociale ed economico degli ultimi 20 anni. La prosperità comune significa ulteriore sviluppo Jack ripete che dobbiamo portare i prossimi 300 milioni di cinesi nella classe media, oggi sono già 300 milioni. Jack è Ma, il fondatore di Alibaba, Evans conferma che è a Hangzhou, sede del gruppo: «Sta bene, è felice. Dipinge e insegna filosofia e storia. Ama dipingere e la poesia».

Conosco bene Mario Draghi, se semplifich­erà la burocrazia e realizzerà le sue idee, il Paese farà un salto nel futuro

 ?? ?? Ex campione olimpico di canottaggi­o, John Michael Evans dal 2015 è presidente esecutivo di Alibaba Group, ma fa parte del board dal 2014. In precedenza Evans ha lavorato per 20 anni per la banca d’investimen­to Goldman Sachs
Ex campione olimpico di canottaggi­o, John Michael Evans dal 2015 è presidente esecutivo di Alibaba Group, ma fa parte del board dal 2014. In precedenza Evans ha lavorato per 20 anni per la banca d’investimen­to Goldman Sachs

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