Ma il quartetto non prevede tappe in Italia
Fa male vedere sui sociale su YouTube le immagini del concerto di Londra dei Coldplay, uno dei primi grandi eventi al chiuso in Europa. Già quest’estate abbiamo visto i festival europei pieni, i Måneskin liberi di godere del loro successo e fare stage diving sopra i fan, mentre noi eravamo ancora a capienza mille (con l’eccezione dell’Arena), tutti seduti e con la mascherina. E rimarrà così a lungo. Con l’ultimo decreto del Governo che ha imposto, con poca chiarezza e caos normativo, ancora capienze ridotte e distanziamento, la musica non riparte. L’industria del live ha bisogno di poter occupare gli spazi al 100 per cento. Per una questione economica anzitutto: i tour kolossal hanno costi kolossal, un palco spettacolare si finanzia con il sold out e, soprattutto per gli internazionali, se una data salta perché le normative non sono chiare il rischio di andare in rosso è elevato e allora meglio scegliere un altro posto. Le incertezze hanno pesato anche sulla scelta dei Coldplay e la decisione di non passare dall’Italia è stata un po’ meno dolorosa visto che saranno in giro anche nel 2023 e suoneranno dove non sono stati al primo giro. Però sono in arrivo cancellazioni di altri artisti internazionali che preferiscono aspettare un clima più certo. Garanzie e fiducia servono anche per chi deve acquistare un biglietto con mesi di anticipo. E poi anche il pubblico ha bisogno di sentirsi pubblico, di trovarsi i jeans macchiati dalla birra di quello che inciampa di fianco e di sentire l’ascella non neutra di uno sconosciuto.