Corriere della Sera

La Festa di Roma al via con le lacrime di Chastain

L’attrice si commuove rivedendos­i nel film «The Tree of Life»

- Valerio Cappelli

ROMA Nel buio della sala si intravede Jessica Chastain che porta le mani sulle guance, sorride a sé stessa con tenerezza ma c’è qualcosa di strano nel suo sguardo mentre scorre una sequenza di The Tree of Life di Terrence Malick. Si riaccendon­o le luci in sala e lei scoppia a piangere: «Sono dieci anni che non lo rivedo, è il mio film preferito, è come una cosa separata dalla mia carriera. È una poesia per immagini. Feci una consideraz­ione sulla sceneggiat­ura, Malick mi disse di non leggerla. È come se scrivesse sull’acqua, i suoi film sono la vita che si muove sempre, mi disse che dovevo essere viva e presente nel momento, è così che si scopre la magia».

La sequenza, durante l’incontro alla Festa del cinema moderato dal direttore Antonio Monda, si chiude con Jessica che dice: «Perdonate». E questo ci riporta nel cuore di The Eyes of Tammy Page di Michael Showalter, con la rossa attrice irriconosc­ibile per trucco & parrucco esagerato e le lunghe ciglia finte che erano il marchio della telepredic­atrice che dà il titolo al film, seguito ieri all’Auditorium anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Negli Anni ’70 e ’80 Tammy e suo marito Jim Bakker crearono negli Usa la più nota rete tv religiosa e fondarono un parco a tema, una sorta di Disneyland cristiana. Predicavan­o per gli ultimi e vivevano nello sfarzo cercando di conciliare consumismo e devozione. Credevano in Gesù Cristo e nel dio denaro. Furono accusati di frode. Finirono travolti da avidità, egocentris­mo e illeciti fiscali. Jessica Chastain nel film chiede a suo marito, coinvolto anche in uno scandalo sessuale, impersonat­o da Andrew Garfield: «Non stiamo facendo del male, vero?». E lui: «È una domanda?». Tammy Page negli show in tv cercava empatia in modo forsennato con i fedeli, che a un certo punto chiama audience. «Io sono certa che fosse sincera nella sua fede. Era cresciuta nella chiesa pentecosta­le conservatr­ice, dove truccarsi non era consentito. Il padre lasciò la famiglia, era l’incarnazio­ne della vergogna, Tammy non era degna di essere amata. Sapeva cosa si prova e voleva che tutti provassero amore».

Amava il lusso, una Wanna Marchi americana col crocifisso in mano. «Ma poveri e ricchi per lei dovevano essere equamente amati. Non era sulla strada del femminismo. Infantile e ingenua, mescolava le risate alle lacrime. Aveva feeling con la gente, era senza limiti, aperta, vulnerabil­e, esposta… Mi sono cosi immedesima­ta che dopo un po’ volevo starmene per conto mio e mangiare un gelato».

Jessica riproduce la vocina acuta e stridula di Tammy, scomparsa nel 2007. Ha incontrato i figli: «Sono cresciuti senza privacy, portano il cognome come una cicatrice. Erano terrorizza­ti, li ho rassicurat­i, non volevo raccontare gli scandali». E l’attrice dalla pelle diafana si alza portandosi dietro il suo fascino lunare.

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Star Jessica Chastain, 44 anni, ieri ha inaugurato la Festa del cinema di Roma
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