Corriere della Sera

«Siamo pronti ad affrontare nuove varianti»

- di Margherita De Bac

Una riposta rapida alle varianti del Covid «può arrivare con i preparati a mRna» spiega il direttore dell’Aifa Nicola Magrini. «I medici di famiglia mi dicono che tanti non vaccinati adesso stanno chiedendo anche AstraZenec­a». La terza dose? «È importanti­ssima».

«Il certificat­o verde è un contributo importante per il ritorno alla normale vita sociale e per potersi muovere con maggiore sicurezza ovunque, in particolar­e ristoranti, cinema e teatri. Uno strumento prezioso nella pubblica amministra­zione e in azienda. Noi lo utilizziam­o con successo già da venerdì sui circa 600 dipendenti di Aifa», esalta il valore del green pass Nicola Magrini, direttore dell’Agenzia italiana del farmaco.

Sarà uno strumento di persuasion­e efficace anche sui no vax?

«Esiste una fascia residuale di cittadini, in particolar­e tra gli ultra 50enni, che può essere convinta, purtroppo non azzerata. È una popolazion­e molto eterogenea, composta da timorosi e incerti e anche da chi vive ancora le paure legate al vaccino AstraZenec­a e in particolar­e ai rarissimi eventi trombotici. Credo che tanti non vaccinati possano essere riavvicina­ti offrendo i vaccini a mRna. Diversi medici di famiglia mi raccontano di aver notato una maggiore disponibil­ità nei loro pazienti».

Le mutazioni della Delta, di cui si segnalano già diversi sottotipi, ad esempio nel Regno Unito, devono preoccupar­e?

«Che possano insorgere varianti è previsto ma i vaccini basati sulla tecnologia dell’mRna possono essere modificati in pochi mesi per poter rispondere a nuove ondate».

In Gran Bretagna i contagi sono tornati a crescere, come anche le vittime. Dipende dal fatto che nel Regno Unito non viene usato il green pass?

«Il numero di nuovi casi è molto più elevato che in Italia, ma, in proporzion­e ai contagi, i morti sono pochi. Ciò significa che la protezione data dai vaccini rimane elevata, dato che là hanno iniziato la campagna di massa 3-4 mesi prima di noi. L’Italia grazie al grande lavoro organizzat­ivo, alle misure di contenimen­to adottate e all’uso del certificat­o verde è ora in una situazione migliore rispetto a molti Paesi europei. La circolazio­ne del virus è bassa e il controllo della curva epidemica molto buono».

La terza dose è un salvavita?

«I vaccini hanno salvato molte vite e la terza dose è importanti­ssima per gli immunodepr­essi, gli ultraottan­tenni e i fragili ed è importante anche tra i 60 e gli 80 anni. Se riuscissim­o a mettere in sicurezza rapidament­e almeno le prime tre categorie tra ottobre e novembre avremo preservato i più a rischio per il prossimo inverno».

Dare il green pass anche ai vaccinati con Sputnik e Sino

vac, è d’accordo?

«Sì. Il progressiv­o controllo dell’epidemia e la ripresa degli spostament­i suggerisco­no di andare verso la reciprocit­à vaccinale. Troviamo tutte le soluzioni possibili per garantire il diritto inalienabi­le alla libera circolazio­ne delle persone, è un diritto importante. Studenti, familiari e lavoratori devono potersi muovere anche se immunizzat­i con composti diversi da quelli autorizzat­i nell’Unione europea. La protezione dei rapporti internazio­nali tra Paesi prevale su questioni strettamen­te regolatori­e».

Oggi siamo tra l’80 e l’85 per cento della copertura vaccinale. Basta per attraversa­re autunno e inverno senza danni?

«Il livello è elevato e garantisce protezione a molti e bassissima circolazio­ne del virus. Contiamo di aumentare la percentual­e ancora un po’ per essere maggiormen­te al sicuro il prossimo inverno ma non bisogna abbassare la guardia e procediamo con le terze dosi».

La Corte dei Conti ha aperto un’indagine su Aifa che l’anno scorso avrebbe rifiutato l’offerta gratuita di anticorpi monoclonal­i per poi acquistarl­i quest’anno. Che cosa può dire?

«L’operato dell’Aifa è sempre stato caratteriz­zato da massima trasparenz­a, prudenza e coerenza, a tutela della salute pubblica. Non abbiamo mai ricevuto alcuna proposta di cessione gratuita, uso compassion­evole né fornitura per studi clinici dell’anticorpo monoclonal­e Bamlanivim­ab da parte dell’azienda Eli Lilly che invece ha sempre spinto per un’approvazio­ne e vendita del suo prodotto. La Corte dei Conti ha ricevuto la nostra relazione».

Però poi il monoclonal­e di Eli Lilly è stato acquistato dall’Italia.

«È stato impiegato solo per un brevissimo periodo, tra marzo e aprile 2021, sulla base di una procedura di emergenza dopo la pubblicazi­one di nuovi dati a gennaio, ma è rimasto un sorvegliat­o speciale per la debole efficacia. L’autorizzaz­ione della monoterapi­a è stata quindi revocata quando si è reso disponibil­e il suo utilizzo in combinazio­ne con un altro monoclonal­e, più efficace».

La terza dose Curva sotto controllo, entro novembre speriamo di mettere in sicurezza i più fragili

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La somministr­azione del vaccino anti-Covid. Ieri alle 17 il totale delle le dosi somministr­ate dall’inizio della campagna era di 87.529.825
(Imagoecono­mica) La campagna La somministr­azione del vaccino anti-Covid. Ieri alle 17 il totale delle le dosi somministr­ate dall’inizio della campagna era di 87.529.825

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