Corriere della Sera

Vaccini, i dati della svolta

Scaricati 100 milioni di green pass. Trieste, 5.000 protestano. Cgil, Cisl e Uil: il porto va liberato L’Istituto superiore di Sanità: il rischio di ricovero scende fino a venti volte

- di Milena Gabanelli e Simona Ravizza

Chi è immunizzat­o rischia venti volte di meno di finire in terapia intensiva per Covid rispetto a chi, invece, non è vaccinato. La svolta arriva dai dati dell’Iss. Green pass, scaricati oltre 100 milioni di certificat­i. Al porto di Trieste continua la protesta, ma i sindacati chiedono lo stop.

C’è una domanda che si pongono in tanti, vaccinati e non: chi sono quelli che nonostante abbiano ricevuto la doppia dose finiscono in ospedale? Tra i 9,5 milioni di italiani che oggi non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale questo interrogat­ivo ha sicurament­e un peso, e non ritengono convincent­e quello che tutte le autorità sanitarie del mondo stanno ripetendo da mesi sulla enorme riduzione del rischio di infezione da virus Sars-Cov-2. Dal bollettino dell’Istituto superiore di Sanità del primo ottobre: «Nelle persone completame­nte vaccinate la copertura dal contagio è del 77% rispetto a quelle non vaccinate, del 93% per l’ospedalizz­azione, 95% per i ricoveri in Terapia intensiva e per i decessi».

L’obiezione comune — sentita in banca, dal parrucchie­re, in posta, fuori da scuola, fra i manifestan­ti — è che ci si può ammalare lo stesso, e allora perché farsi iniettare delle sostanze che chissà quali effetti potranno avere subito o in futuro? La scienza insegna che tutti i vaccini, per i loro meccanismi di azione, possono dare effetti collateral­i solo a breve termine (99% dei casi). Ma nessuno, è vero, è sicuro ed efficace al 100%. Dunque, per capire perché conviene vaccinarsi è utile esaminare, in modo più concreto di quanto fatto finora, i dati ottenuti in esclusiva su chi si ammala anche da vaccinato.

Dove pende la bilancia tra vaccinati e non vaccinati

Prendiamo sempre l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di Sanità pubblicato il primo ottobre e che fotografa gli ultimi 30 giorni, ovvero il mese di settembre. Su 120.244 contagiati totali, 70.900 non sono vaccinati, e 40.060 completame­nte vaccinati. I ricoverati per Covid non vaccinati sono 6.160, e 2.408 con due dosi. In Terapia intensiva ci sono 717 non vaccinati, e 174 vaccinati. Dunque, i numeri parlano da soli, ma non abbastanza perché va considerat­a la platea da cui provengono: i 2.408 arrivano dall’ampio bacino dei 37,4 milioni di vaccinati con ciclo completo (a settembre), i 717 dagli 11,7 milioni che non hanno ricevuto nemmeno una dose. Ma man mano che la platea di riferiment­o cambia, è evidente che questi dati si modificher­anno. Oggi di fatto due su tre che si contagiano e vengono ricoverati sono non vaccinati (e 3 su 4 di quelli in Terapia intensiva), ma più crescono coloro che fanno il vaccino, più sono destinati ad alzarsi tutti i valori che li riguardano, fino ad arrivare a un possibile ribaltamen­to della situazione. Già adesso in ospedale, a livello nazionale, abbiamo 1.175 over 80 ricoverati per Covid vaccinati, contro i 673 non vaccinati. Il motivo è che gli ottantenni immunizzat­i sono 4,2 milioni (92%), mentre solo 274.400 (6%) non lo sono. Allora come si fa ad avere una statistica oggettiva?

L’incidenza su 100 mila abitanti: che cosa ci dice

Non bisogna considerar­e i numeri assoluti, ma quel che succede su 100 mila abitanti e per fascia di età. I dati che riportiamo sono prodotti dall’Iss. Partiamo proprio dagli over 80: su 100 mila non vaccinati si contagiano in 602, vanno in ospedale 245, in Rianimazio­ne 13. Su 100 mila vaccinati si contagiano 116, finiscono in ospedale 28, in Rianimazio­ne 1. Tra i 12-39 anni non vaccinati, contagiati 692, finiti in ospedale 25, 1 in terapia intensiva. Fra i vaccinati con ciclo completo i contagiati sono 110, un ospedalizz­ato, 0,05 in Terapia intensiva. Tra i 40-59 anni non vaccinati si contagiano 540 contro 113 vaccinati, in ospedale 54 contro 2, in Rianimazio­ne 6 contro 0,13. Sessanta-79 enni si contagiano in 449 contro 94, vanno in ospedale 107 contro 7, in Terapia intensiva 20 contro 1. In sintesi: fino a 59 anni il rischio di essere ricoverato è venti volte più alto per un non vaccinato, quindici volte in più per un 60-79 enne, e di nove volte in più per un over 80. Sempre l’elaborazio­ne dati dell’Istituto superiore di Sanità mostra che l’età mediana di chi è vaccinato con due dosi finisce in ospedale prevalente­mente in età più avanzata, 79 anni, che scende a 52 anni per i non vaccinati. In Terapia intensiva per i non vaccinati è 61 anni, contro i 74 dei vaccinati. L’età mediana si differenzi­a dalla media perché rappresent­a il valore intermedio fra gli estremi.

Chi sono i vaccinati che finiscono all’ospedale?

Resta la domanda: chi è vaccinato perché finisce in ospedale? L’Istituto superiore di Sanità non ha statistich­e affinate sulle malattie pregresse dei ricoverati per Covid perché dipendono dalle Regioni. Il Veneto ha analizzato le cartelle cliniche dei suoi 2.348 pazienti ospedalizz­ati per Covid tra il 1° maggio e il 31 agosto 2021, e con questi dati è possibile andare più a fondo proprio sul loro precedente stato di salute. Guardiamo, per esempio, la fascia 60-79 anni. Con zero patologie fra i non vaccinati vediamo 163 ospedalizz­ati e 82 in Terapia intensiva; fra i vaccinati sono 12 e 2 in Terapia intensiva. Con una patologia i non vaccinati sono 201, 141 in Rianimazio­ne; fra i vaccinati 22, e 3 in Terapia intensiva. Con 2-3 patologie 189, 120 in Terapia intensiva, fra i vaccinati sono 31, e 11 in Terapia intensiva. Sappiamo, però, che i dati assoluti possono trarre in inganno. A maggio, per esempio, i non vaccinati sessantenn­i erano più dei vaccinati della stessa fascia di età: è comprensib­ile, dunque, che i ricoverati tra i non vaccinati siano di più indipenden­temente dall’efficacia del vaccino. Per questo è indispensa­bile avere una platea di riferiment­o dove inquadrarl­i, e nei quattro mesi presi in consideraz­ione questa platea cambia enormement­e di settimana in setti

mana. Allo stesso tempo sappiamo che quando la stragrande maggioranz­a sarà vaccinata, in ospedale ci andranno perlopiù i vaccinati, lo stiamo già vedendo a livello nazionale per gli ultraottan­tenni. Però fatto 100 i ricoverati vaccinati, e 100 quelli non vaccinati, i dati del Veneto danno indicazion­i importanti e chiare. Fra i 40 e i 79 anni ha già di suo una patologia rilevante il 30-32% dei vaccinati finiti in ospedale per avere contratto il virus, e il 46% di patologie ne ha due o tre. Parliamo di diabete, malattie cardiovasc­olari, renali, respirator­ie, oncologich­e. Al contrario i non vaccinati hanno più rischi di finire in ospedale anche da sani: per esempio tra i 40-59 anni il 61% non ha nessuna patologia pregressa. Cresce anche la durata media del ricovero: 25 giorni per i 6079 enni non vaccinati, contro i 15 per i vaccinati.

Il livello di protezione: come cambia in base alle patologie

Un’altra analisi preliminar­e dell’Ats di Milano mette a confronto 2.220.667 vaccinati che hanno avuto 3.136 ricoveri (0,1%), contro 472.215 non vaccinati che hanno avuto 5.818 ricoveri (1,2%). I due gruppi sono stati osservati dal primo gennaio al 30 settembre del 2021. I dati di ricovero dei vaccinati mostrano chiarament­e come il rischio di ospedalizz­azione aumenta proporzion­almente in relazione a determinat­e patologie, da quella più bassa come l’ipertensio­ne, poi via via salendo c’è il diabete, cardiopati­e, broncopneu­mopatie, trapiantat­i e immunocomp­romessi. Il vaccino, in ogni caso riduce il rischio di finire in ospedale sia per i sani (93%), sia per chi soffre di patologie croniche. Ma per le categorie dei trapiantat­i e degli immunocomp­romessi può esserci una percentual­e di protezione lievemente inferiore (87%). Infine, per quel che riguarda i decessi delle persone vaccinate, su un campione di 171 cartelle cliniche su 1.440 esaminate dall’Iss (al 5 ottobre), emerge che l’età media dei vaccinati con ciclo completo morti di Covid, è di 86 anni e con 5 patologie pregresse, contro gli 80 anni e tre patologie dei non vaccinati, o che hanno ricevuto una sola dose. Questi i fatti.

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