«Reddito di cittadinanza, non si scende sotto i 500 euro»
I paletti dei Cinque Stelle. Tra oggi e domani l’esame del Documento programmatico di bilancio e del decreto Infrastrutture
ROMA «Sotto la soglia simbolo dei 500 euro non si scende». Questo il punto fermo dei Cinque Stelle sul reddito di cittadinanza. E la settimana per il governo riparte proprio dallo scontro di venerdì scorso in consiglio dei Ministri sulla misura cara ai pentastellati durante l’approvazione del decreto fiscale, con da un lato il fronte del no al rifinanziamento del sostegno anti-povertà formato da Forza Italia, Lega e Italia viva e sul lato opposto grillini e Pd, entrambi possibilisti a modifiche ma non a cancellazioni. E il premier Mario Draghi dovrà trovare la quadra nella prossima manovra economica, dove, tra le altre cose, dovrà essere deciso lo stanziamento per il 2022 della misura varata nel 2019 dal primo governo Conte e che finora è costata quasi 17 miliardi di euro di cui quasi 9 solo nel 2021, oltre 700 milioni al mese. Il decreto fiscale appena approvato destina altri 200 milioni solo per l’anno in corso, ma la vera «battaglia» sarà per il 2022, quando il reddito potrebbe arrivare a pesare fino ad 8 miliardi.
Tra oggi e domani il governo dovrà concludere la stesura del Documento programmatico di bilancio con la griglia dei numeri da portare in consiglio dei Ministri — probabilmente domani — e poi inviare a Bruxelles, e l’articolato della legge di Bilancio da 22-25 miliardi da trasmettere alle Camere entro il 20 ottobre. Si tratta dell’ossatura della manovra economica che andrà chiusa entro il 31 dicembre 2021. I pilastri sono il taglio del cuneo fiscale, la riforma delle pensioni e quella degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive per il lavoro. E a quest’ultima potrebbe collegarsi il nuovo reddito di cittadinanza, con soglie di accesso rivedute e platee ristrette, assegni ridotti per i single e rivisti invece al rialzo per le famiglie (finora troppo penalizzate quelle numerose) e collegati alla formazione. D’altronde lo stesso premier Draghi ha più volte ribadito di «condividere il concetto alla base del reddito di cittadinanza», ma ha anche espresso la necessità di una modifica: «È ispirato a principi di uguaglianza ma ha dei limiti soprattutto sul fronte delle politiche attive del lavoro».
Al ministero del Lavoro però si attende ancora il rapporto del Comitato di esperti istituito dal ministro Andrea Orlando lo scorso aprile e presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno per studiare e migliorare il reddito di cittadinanza. E quindi il cantiere sembra ancora in alto mare. Con la contrarietà di mezzo governo non sarà un’operazione facile. I Cinque Stelle non si tirano indietro, ma, viene spiegato, il limite dei 500 euro (il contributo massimo destinato ad un single, ndr) non va toccato: «Sì a rimodulazioni per le famiglie soprattutto, ma la cifra dei 500 euro non va intaccata». E anche ieri il ministro 5S dell’Agricoltura Stefano Patuanelli ha ribadito: «Il ruolo che ha avuto il reddito di cittadinanza in questa fase storica del Paese è evidente, credo che mettere in discussione questo strumento sia fuori dal tempo, siamo disponibilissimi a discutere di come migliorare la parte relativa alle politiche attive del lavoro, ma mettere in discussione la misura è assolutamente inspiegabile e immotivato, è una misura che ha funzionato». Domani sarà anche il giorno del decreto Infrastrutture: all’esame gli emendamenti che vanno dalla regolamentazione dei monopattini all’allungamento del foglio rosa a 12 mesi.