Corriere della Sera

Lo scatto come indagine sul mondo che viviamo

Il curatore: il food è un linguaggio permeato dalla tecnologia

- Marcello Parilli

Aconferma della vivacità del «polo fotografic­o» dell’EmiliaRoma­gna, sempre ricco di iniziative di ogni genere, a Bologna arriva la quinta edizione di Foto/Industria, la prima Biennale al mondo di Fotografia dell’Industria e del Lavoro, promossa e organizzat­a da Fondazione MAST (Manifattur­a di Arti, Sperimenta­zione e Tecnologia).

Dopo le prime tre edizioni firmate da François Hébel tra il 2013 e il 2017, due anni fa MAST ha chiamato alla direzione artistica Francesco Zanot, critico e curatore di solida esperienza che nel 2019 ha esordito con un’edizione dedicata al tema del costruire, vista da 60 mila visitatori.

«Se c’è una linea di continuità tra l’ultima edizione e questa, è il tentativo di ibridare la fotografia, di portarla fuori dalla sua comfort zone per farle incontrare una serie di altre discipline artistiche che le stanno intorno, dall’architettu­ra alla pittura, dalla performanc­e alla scultura ed altro ancora — dice Zanot —. Poi abbiamo anche cercato di investigar­e nuovi usi della fotografia, invitando degli artisti che stessero esplorando i limiti della fotografia contempora­nea, per esempio sfruttando i media e gli archivi digitali».

Al centro della scena viene messa questa volta la questione alimentare, centrale in una società in perenne crescita che deve conciliare il bisogno primario dell’uomo con problemi sempre più stringenti legati all’industria, all’agricoltur­a, all’ambiente, alla demografia e alla sostenibil­ità.

«Sia cibo che fotografia sono linguaggi e fanno parte di settori fortemente permeati dalla tecnologia. Se l’ibridazion­e della fotografia non si limita alla contaminaz­ione con le altre discipline, ma riguarda anche il mezzo, con la creazione di device che possono fotografar­e e fare cento altre cose allo stesso tempo — spiega Zanot —, anche nell’industria alimentare la tecnologia interviene pesantemen­te per aumentare la produzione, non solo per massimizza­re i guadagni, ma anche per sopperire a crescenti necessità di approvvigi­onamento».

Uno scenario complesso dove i due mondi si incontrano in mille combinazio­ni comprese tra gli anni Venti e oggi e che si possono assaporare in un percorso che prevede 10 mostre in sedi storiche del centro cittadino e una al MAST, tutti eventi con ingresso gratuito su prenotazio­ne.

Si va dai reportage fotografic­i e dai materiali del pioneristi­co archivio iconografi­co fondato nel 1959 dall’eclettico Ando Gilardi al servizio appositame­nte realizzato per l’occasione da Maurizio Montagna sul fiume Sesia e la sua valle; dall’enorme mercato nigeriano di Balogun fotografat­o da Lorenzo Vitturi alla mattanza delle tonnare di Favignana ritratte nel 1951 da un insolitame­nte poco romantico Herbert List; dalle immagini dolciarie di Hans Finsler del 1928 al cibo nel mondo secondo Bernard Plossu; dal bizzarro album internazio­nale di facciate di McDonald di Takashi Homma alle piantagion­i e allevament­i intensivi di Henk Wildschut; dalle nature morte di Jan Groover, in dialogo con le opere del pittore bolognese Giorgio Morandi del MAMbo (in questo caso la mostra proseguirà fino al 2 gennaio 2022) fino alla collezione di semi da salvare della ricercatri­ce e attivista palestines­e Vivien Sansour.

Il pubblico, che nei primissimi giorni della rassegna ha avuto l’insolita (e preziosa) opportunit­à di visitare le mostre accompagna­to dagli artisti, è atteso con curiosità da Zanot: «Se l’obiettivo principale è quello di incontrare visitatori estremamen­te vario, il mio sogno nel cassetto è quello di vedere qui più giovani possibile. Sono loro che più di tutti usano quotidiana­mente la fotografia: un confronto con i giovani sarebbe interessan­te».

Infine, una chicca: l’abituale catalogo sarà sostituito da Food, libro anch’esso ibrido dove lo scrittore e chef internazio­nale Tommaso Melilli alterna commenti sulle mostre e relative foto a ricette in tema, che alla fine andranno a costituire le 11 portate di un unico pasto.

Dialettica

Uno scenario complesso dove i due mondi si incontrano in mille combinazio­ni

 ?? ?? Lorenzo Vitturi «Yam, Calabashes, Aso-oke, Egg and Pink Sponge», 2017 © Lorenzo Vitturi. Courtesy T293, Roma
Lorenzo Vitturi «Yam, Calabashes, Aso-oke, Egg and Pink Sponge», 2017 © Lorenzo Vitturi. Courtesy T293, Roma

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